La solidarietà della rete Caritas in favore della popolazione ucraina

«In questi giorni siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada. E non smettiamo di pregare, anzi, supplichiamo Dio più intensamente». «Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio». In occasione dell’Angelus di domenica 27 febbraio, Papa Francesco ha espresso il dolore della Chiesa universale per la tragedia di un nuovo conflitto nel cuore dell’Europa.

La capitale dell’Ucraina, Kiev, è sempre sotto assedio e, oltre alle vittime e ai feriti provocati dalla guerra, si registra il rischio di una catastrofe umanitaria, mentre si contano centinaia di migliaia di sfollati e rifugiati nei Paesi limitrofi. In questo quadro – come si legge in un comunicato della Caritas Italiana – «è sempre più difficile l’opera di soccorso della Caritas in Ucraina che moltiplica gli sforzi per far fronte ai bisogni immediati, ma anche per dare ascolto e sostegno psicologico alla popolazione sconvolta dalla follia della guerra». Gli operatori della Caritas stanno cercando di mantenere attiva tutta la rete dei centri polivalenti che sono stati attrezzati per aiutare i tanti sfollati. Attraverso tali centri e altre strutture, che man mano si stanno rendendo disponibili, si stanno distribuendo generi alimentari, prodotti per l’igiene, acqua potabile, e prodotti per il riscaldamento; si sta fornendo assistenza sanitaria, supporto psicologico, accoglienza, anche alle persone anziane rimaste sole. Operatori e volontari sono mobilitati per trasportare le persone più vulnerabili in zone più sicure.

Caritas Italiana ha messo a disposizione 100.000 euro per i bisogni immediati e resta accanto alle Caritas in Ucraina e alla popolazione tutta. Ringrazia quanti stanno già sostenendo con generosità gli interventi umanitari in atto e rinnova l’appello alla raccolta fondi. Caritas Italiana ha anche accolto l’invito che la Presidenza della CEI ha fatto a tutte le Chiese che sono in Italia a unirsi in una corale preghiera per la pace e ad aderire alla Giornata di digiuno indetta da Papa Francesco per il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, per la conversione dei cuori e per invocare il dono della pace.

Anche la Chiesa diocesana di Iglesias non rimane indifferente e fa appello affinché ognuno faccia la propria parte. Mentre si stanno valutando delle possibilità per eventuali accoglienze di profughi, anche nell’ipotesi di possibili “ricongiungimenti familiari” in senso lato (sono in corso contatti in merito con la rete Caritas) si invitano le comunità parrocchiali e ogni persona di buona volontà a dare il proprio contributo.

Le collette, personali e comunitarie (anche a livello parrocchiale), potranno essere versate sul seguente conto:

DIOCESI DI IGLESIAS – CARITAS DIOCESANA
Codice IBAN: IT 36 M 01015 43910 000000016779
Causale: “Europa/Ucraina”

Successivamente, la Caritas diocesana inoltrerà le cifre raccolte alla Caritas Italiana per gli interventi più urgenti.

La Caritas diocesana di Iglesias
28 febbraio 2022

Guerra in Ucraina. La diocesi di Iglesias vicina alle comunità colpite

Mentre si continua a sperare e a pregare affinché cessino le violenze della guerra, la Diocesi di Iglesias, con il suo Vescovo Giovanni Paolo, continua ad esprimere la propria vicinanza alle popolazioni colpite.

In data 11 aprile 2022, il Dipartimento della Protezione civile ha pubblicato un Avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per lo svolgimento di attività di accoglienza diffusa sul territorio nazionale, a beneficio dei profughi ucraini. A questo avviso ha risposto anche Caritas Italiana, che coordina la disponibilità delle diocesi italiane. Anche le Caritas diocesane della Sardegna, compresa quella di Iglesias, sono pronte a fare la propria parte nell’accoglienza. Il 6 maggio 2022, il Dipartimento della Protezione civile ha reso noto l’elenco dei soggetti le cui manifestazioni di interesse sono state valutate positivamente per la sottoscrizione delle convenzioni, fra cui Caritas Italiana. Anche la Caritas diocesana di Iglesias, dunque, è stata reputata idonea all’accoglienza di 28 persone (19 a Iglesias e 9 a Carbonia).

La rete delle Caritas diocesane opera in sinergia con le iniziative promosse da Caritas Italiana per fronteggiare l’emergenza. In questa sezione è possibile consultare gli aggiornamenti sui programmi di aiuto umanitario e sul piano di accoglienza.

La Chiesa diocesana di Iglesias continua a fare appello affinché ognuno faccia la propria parte. Si rinnova l’invito alle comunità parrocchiali e a ogni persona di buona volontà a dare il proprio contributo. Si sollecitano le parrocchie a sensibilizzare le rispettive comunità parrocchiali e a promuovere momenti di preghiera per la pace, nonché di approfondimento conoscitivo sull’emergenza in atto.

La Caritas diocesana si rende disponibile con i propri collaboratori, in particolare con il Gruppo diocesano di educazione alla giustizia, alla pace e alla mondialità.

Si ribadisce che non sono previste raccolte e spedizioni di beni materiali (alimentari, coperte, medicinali, ecc.) da inviare in Ucraina e si raccomanda alle Caritas parrocchiali di evitare di aderire a raccolte di alimenti, vestiario e medicinali se non concordate a livello diocesano e di operare sempre in rete (in coordinamento con la Caritas diocesana) e non da soli. L’aiuto in denaro, coordinato dalla Caritas Italiana, è il modo più semplice ed efficace per far giungere la solidarietà della Chiesa italiana a quelle popolazioni. Le collette, personali e comunitarie (anche a livello parrocchiale), potranno essere versate sul seguente conto:

DIOCESI DI IGLESIAS – CARITAS DIOCESANA
Codice IBAN: IT 36 M 01015 43910 000000016779
Causale: “Europa/Ucraina”

Al 13 maggio 2022 la cifra raccolta, e già inviata a Caritas Italiana, è pari a euro 25.540,00.

Tale cifra è stata ottenuta grazie alla generosità di:
– Parrocchie e comunità religiose (63,8%);
– Dotazione propria della Caritas diocesana (15,7%);
– Privati (13,5%);
– Associazioni di volontariato (7,0%).

Il Consiglio Episcopale Permanente della CEI, riunitosi a Roma dal 21 al 23 marzo 2022, rinnovando «l’invito a intensificare la preghiera perché si ponga la parola fine all’atrocità di un conflitto folle», ha esortato le Diocesi italiane ad attivarsi, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti, per una giornata di raccolta fondi da inviare entro il 15 maggio p.v. a Caritas Italiana. Per tale ragione, la Diocesi di Iglesias ha chiuso la propria colletta una settimana prima, ovverosia domenica 9 maggio 2022, e ha provveduto a inoltrare quanto raccolto in tempo utile alla Caritas Italiana.

Attraverso questo link è possibile consultare una nota di aggiornamento (al 16 maggio 2022) sulla crisi e sugli esiti della colletta diocesana.

Per conoscere i progetti e le iniziative promosse dalla rete Caritas, grazie alle suddette donazioni, è possibile consultare il report Emergenza Ucraina. La risposta Caritas (giugno 2022).

Ogni altra forma di disponibilità o richiesta di ulteriori informazioni può essere segnalata scivendo a: emergenzaucraina@caritasiglesias.it

Caritas diocesana di Iglesias
Pagina aggiornata al 19 settembre 2022

 


Documenti per l’approfondimento
Dossier “Emergenza Ucraina. La risposta Caritas”, di Caritas Italiana (agosto 2022)
Decreto di individuazione dei soggetti da convenzionare per l’accoglienza diffusa (06/05/22)
Avviso manifestazione di interesse per accoglienza ucraini (11/04/22)
Ordinanza della Protezione Civile n. 881 (29/03/22)
DPCM 28 marzo 2022. Protezione temporanea per la popolazione ucraina (28/03/22)
Piano minori stranieri non accompagnati (25/03/22)
Indicazioni operative Dipartimento Protezione Civile per l’accoglienza e l’assistenza ucraini (21/03/22)
Decreto Legge 21 marzo 2022 , n. 21
Ordinanza della Protezione Civile n. 876 (13/03/22)
Intervista al Presidente di Caritas Italiana, Mons. Redaelli (Avvenire, 11/03/22)
Benvenuto in Italia (lingua ucraina)_10.03.22
Benvenuto in Italia (lingua inglese)_10.03.22
Benvenuto in Italia (lingua italiana)_10.03.22
Linee guida per segnalazione minori profughi provenienti dall’Ucraina (10/02/22)
Circolare della Prefettura di Cagliari, indirizzata agli Enti locali territorialmente competenti (10/03/22)
Circolare del Ministero dell’Interno su protezione temporanea (10.03.2022)
Circolare del Ministero dell’Interno “crisi ucraina” (08/03/22)
Ordinanza della Protezione Civile n. 873 (06/03/22)
Circolare Ministero Istruzione. Accoglienza scolastica ucraini (04/03/22)
Ordinanza della Protezione Civile n. 872 (04/03/22)
Lettera di Mons. Stefano Russo, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (03/03/22)
Circolare Commissario straordinario attuazione misure Covid, in favore di cittadini ucraini (03/03/22)
Circolare del Ministero della Salute (03/03/22)
Circolare del Ministero dell’Interno “accoglienza ucraini” (02/03/22)
Decreto Legge 28 febbraio 2022, n. 16
Delibera del Conisiglio dei Ministri 22A01599 (28/02/22)
Dossier “Ucraina – La follia della guerra”, di Caritas Italiana, aggiornato al 28 febbraio 2022
Scheda Ucraina (aggiornata al 23 febbraio 2022)

Preghiera e digiuno per la pace

L’invito del Vescovo Giovanni Paolo a raccogliere l’appello di Papa Francesco per il mercoledì delle ceneri

Ai Sacerdoti e Diaconi e alle Comunità parrocchiali

Invito tutta la Comunità diocesana ad aderire all’appello rivolto da Papa Francesco nell’ultima Udienza generale di dedicarci intensamente alla preghiera e al digiuno per la pace nella giornata di mercoledì prossimo, mercoledì delle ceneri.

Sollecitati dalla Presidenza CEI, ogni battezzato voglia unirsi a questa intenzione di preghiera in questo tempo di Quaresima che stiamo iniziando.

“La pace è un bene prezioso al quale l’umanità non può e non deve mai rinunciare”. Invochiamo il Signore Gesù, principe della pace, e la Vergine Santissima perché sia risparmiato all’Europa e al mondo un ulteriore terribile flagello.

La nostra preghiera accorata per la pace nel mondo sia sostenuta dal nostro rinnovato sincero impegno di conversione all’ascolto, all’accoglienza della realtà, all’azione dello Spirito di carità, nella nostra gioiosa fatica a camminare insieme ogni giorno nella luce della Pasqua di Cristo.

+ Giovanni Paolo Zedda

La crisi ucraina nel cuore dell’Europa e il rischio di imboccare una strada senza ritorno

Dopo giornate estenuanti di tentativi diplomatici, di dichiarazioni tattiche a distanza e messaggi in codice delle agenzie di intelligence, la crisi in Ucraina rischia di imboccare una strada senza ritorno. Il 21 febbraio, con un discorso televisivo alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin, dichiarando che «l’Ucraina è parte della storia russa», ha annunciato la decisione di riconoscere come entità indipendenti le due autoproclamate Repubbliche ucraine secessioniste di Lugansk e Donetsk.

Si tratta di un punto di svolta decisivo – per quanto rappresenti de jure il riconoscimento di una situazione esistente da almeno otto anni – nella prolungata crisi che sta vedendo contrapposte da un lato la Russia di Putin, con le sue nostalgie sovietiche, e dall’altra l’Ucraina, con i suoi alleati europei, la Nato e dunque gli Stati Uniti d’America. Dal punto di vista diplomatico è senz’altro un punto di svolta in quanto pone sostanzialmente la parola fine agli accordi di Minsk e alle intermediazioni tedesca e francese, attraverso cui si era avviato un processo volto a definire lo status giuridico dei due territori all’interno del sistema politico dell’Ucraina.

Dal punto di vista militare il discorso televisivo di Putin ha costituito la premessa a un intervento d’appoggio, a carte scoperte (visto che già da tempo il Cremlino fornisce aiuti finanziari e strumentali ai ribelli di quelle due regioni), in quella che Mosca definisce da tempo come una vera e propria guerra civile tra le forze governative ucraine e i separatisti filorussi. La minaccia di sanzioni economiche pesantissime e il rischio di un isolamento della Russia da parte della comunità internazionale, fino ad arrivare all’esplodere di un conflitto su vasta scala, sembrerebbe non scoraggiare Putin dall’intraprendere una strada che potrebbe risultare senza ritorno.

Intanto proseguono le evacuazioni di numerosi civili russi e filorussi dai territori di Donetsk e Lugansk verso la Russia, con la giustificazione di una minaccia incombente (smentita da Kiev) di invasione da parte delle forze governative ucraine: per gli Stati Uniti si tratterebbe dell’ennesima mossa propagandistica del Cremlino volta a giustificare un intervento militare. Cosa che è effettivamente avvenuta nelle prime ore del 24 febbraio.

Sono sostanzialmente tre le ragioni che spingono la Russia di Putin a proseguire con determinazione la strada intrapresa; si tratta di ragioni di carattere storico, politico ed economico. Dal punto di vista storico va ricordato che Kiev fu la capitale del principale Stato slavo orientale noto come Rus’ di Kiev. Nel corso del Novecento la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina è rimasta unita a Mosca per ben 57 anni e solo nel 1991, dopo il crollo del regime sovietico, il Paese ha intrapreso una storia autonoma e indipendente dal Cremlino. Dal punto di vista politico, invece, la paventata espansione della Nato verso Est (richiesta esplicitamente dall’Ucraina) rappresenta una minaccia per Mosca, che vedrebbe ulteriormente ridotta la sua sfera di influenza internazionale. Infine, vi sono ragioni economiche: storicamente l’Ucraina è stata una sorta di “granaio” della Russia, per il fatto di essere una terra molto fertile che produce soprattutto cereali; notevoli, inoltre, sono le materie prime quali carbone, minerali di ferro, gas naturale e petrolio.

La crisi ha imboccato una strada pericolosa, proprio perché dalle parole si è passati ai fatti. Ora più che mai è necessario che la diplomazia non cessi di esercitare ogni sforzo possibile per scongiurare il peggio, individuando quanto prima una strada pacifica per risolvere la crisi. Si tratta di una priorità che riguarda i rapporti tra Russia e Ucraina e l’intera Europa, ma non solo.

Intanto, Papa Francesco invita tutti a fare «del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace [incoraggiando in particolare] i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno». Nel corso dell’udienza di ieri, mercoledì 23 febbraio, il pontefice ha espresso il proprio dolore «per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi [ha dichiarato Papa Francesco] a quanti hanno responsabilità politiche, perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra; che è Padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici. Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale».

Raffaele Callia

COMUNICATO STAMPA. “Miracolo di Natale 2021”: i risultati della raccolta donata all’Emporio della Solidarietà di Iglesias

La locandina dell’edizione 2021 del “Miracolo di Natale”

COMUNICATO STAMPA

“Miracolo di Natale 2021”: i risultati della raccolta donata all’Emporio della Solidarietà di Iglesias


Iglesias, 17 febbraio 2022

Pur con il persistere delle difficoltà connesse alla pandemia, anche nell’edizione 2021 del cosiddetto “Miracolo di Natale” non è venuta meno la generosità delle persone. Oltre quaranta differenti tipologie di prodotti hanno contrassegnato la raccolta di questa edizione, fra cui pasta, zucchero, latte, pelati, tonno in scatola, legumi, olio, biscotti, fette biscottate, prodotti per l’infanzia, ecc. La manifestazione si è svolta giovedì 16 dicembre, tagliando il 25° traguardo di un evento ideato da Gennaro Longobardi (in collaborazione con l’emittente televisiva “Sardegna Uno”) che da sei anni, oltre che a Cagliari e in altre città, viene realizzata anche a Iglesias grazie alla generosa partecipazione di un nutrito raggruppamento di volontari formato da associazioni, gruppi spontanei, scolaresche, artisti e semplici cittadini.

La Caritas diocesana di Iglesias, a nome delle centinaia di beneficiari di tale raccolta, esprime sentimenti di gratitudine verso tutte le persone che si sono spese generosamente nel rendere possibile questa iniziativa. Per evitare di dimenticare qualcuno o qualche organizzazione, si esprime un generale grazie che abbraccia tutti coloro che si sono generosamente prodigati per la riuscita dell’iniziativa, all’insegna della disponibilità, del sacrificio, della collaborazione, del rispetto e della condivisione di valori quali la solidarietà e la fraternità.

A seguire l’elenco dettagliato dei prodotti donati presso i locali dell’Exmà di Iglesias.

Prodotto Quantità
1) Pasta gr 500 2.845
2) Zucchero Kg 1 795
3) Latte da lt 1 740
4) Pelati gr 800 694
5) Tonno gr 80 658
6) Legumi gr 400 622
7) Omogenizzati PZ 2 592
8) Biscotti gr 400 543
9) Passata gr 700 307
10) Riso kg 1 241
11) Olio di semi lt 1 228
12) Succhi di frutta tris 223
13) Caffè  gr 250 196
14) Olio Evo lt 1 177
15) Brioche crema (confezioni) 153
16) Crackers gr 400 151
17) Sale Kg 1 127
18) Shampoo (confezioni) 87
19) Panettoni 86
20) Farina Kg 1 63
21) Fette biscottate gr 400 59
22) Pasta per l’infanzia gr 340 55
23) Biscotti per l’infanzia (confezioni) 50
24) Dentifricio (tubetti) 45
25) Bagno Schiuma (confezioni) 43
26) Carne in scatola gr 70 40
27) Pandoro 39
28) Creme e Semolino (confezioni) 34
29) Risotti liofilizzati (confezioni) 29
30) Igiene intima (confezioni) 28
31) Pannolini (confezioni) 27
32) Latte in polvere per l’infanzia (confezioni) 21
33) Aceto lt 1 20
34) Polenta (confezioni) 19
35) Bevande Varie lt 1,5 17
36) Prodotti igiene infanzia (confezioni) 15
37) Pappe (confezioni) 14
38) Marmellata gr 400 11
39) Dadi x 20 10
40) Latte liquido per l’infanzia 500 ml 10
41) Purè di patate (confezioni) 4
42) Scottex (confezioni) 4
43) Carta igienica (confezioni) 3
44) Concentrato (confezioni) 2
45) Cioccolata in tazza (confezioni) 2
46) Succhi di frutta lt 1 2

Tutti i beni conferiti grazie al “Miracolo di Natale” si stanno distribuendo alle famiglie bisognose attraverso l’Emporio della Solidarietà, un’innovativa opera-segno della Caritas diocesana, grazie alla quale si è evoluto il servizio di distribuzione dei beni di prima necessità.

Dal giorno dell’inaugurazione del servizio (13 giugno 2016) l’Emporio della Solidarietà cerca di far fronte ai bisogni primari di molti nuclei familiari (ad oggi sono circa 500 le persone aiutate direttamente o indirettamente). I prodotti alimentari più consumati sono: pasta, latte, legumi, passata di pomodoro, pelati, cibi in scatola (come tonno o carne), alimenti per neonati, biscotti, fette biscottate e zucchero. A seguito di un’apposita autorizzazione rilasciata dall’Azienda Sanitaria Locale, sono disponibili anche i prodotti “freschi”, quali formaggi, burro e insaccati. Il servizio permette anche la dotazione di prodotti per l’igiene personale e domestica.

L’Emporio della Solidarietà si trova in uno degli spazi dell’ex mattatoio comunale ed è nato dalla collaborazione tra la Caritas diocesana di Iglesias (che ne ha promosso il progetto), le Caritas parrocchiali, il Volontariato Vincenziano, il Terz’Ordine Francescano e la Sodalitas (tutti nella città di Iglesias).

Per maggiori approfondimenti si può consultare la pagina:  Progetto “Emporio della Solidarietà”

La Caritas diocesana

L’immigrazione in Sardegna in epoca di pandemia

Photo by Kyle Glenn on Unsplash

È fuor di dubbio che, a causa della pandemia, gli ultimi due anni siano stati particolarmente difficili. Oltre agli aspetti squisitamente sanitari, con le terribili cifre dei morti e delle persone costrette ai ricoveri d’urgenza nelle terapie intensive, si sono sommati quasi subito gli effetti sul piano economico, con la contrazione dell’occupazione e della produzione del reddito, e su quello sociale: sono cambiati gli stili di vita e diversi ambiti della quotidianità.

La pandemia ha anche inciso sul versante della mobilità umana, proprio perché a causa delle restrizioni imposte dalla situazione sanitaria i flussi migratori sono stati ampiamente ridimensionati a livello mondiale rispetto agli anni passati. In Italia, complice la pandemia, negli ultimi due anni la popolazione residente ha subito una significativa diminuzione: sono diminuite le nascite, sono aumentati i decessi e anche il saldo migratorio non è stato in grado di compensare le perdite. Non è un caso che si parli, per l’Italia, di un vero e proprio “inverno demografico”.

In Sardegna, stando ai dati Istat, la popolazione in questi ultimi due anni è scesa sotto il milione e seicentomila residenti. È evidente come anche in Sardegna il saldo migratorio, che pure aveva contribuito a rendere stabile in passato il bilancio demografico, non riesca più a compensare il saldo naturale, ininterrottamente negativo da oltre un decennio (oltre 10mila unità in meno il dato registrato nel corso del 2020); segno assai chiaro di una tendenza in atto, di carattere strutturale, anche nella demografa isolana.

I dati sugli stranieri residenti nell’Isola alla fine del 2020 pongono in luce una popolazione pari a 49.322 unità (incidenza del 3,1% sul totale della popolazione residente in Sardegna), di cui la maggior parte di sesso femminile (52,7%). Si tratta di una presenza concentrata per oltre il 70% tra le province di Cagliari e Sassari. La Sardegna si posiziona in fondo alle graduatorie regionali per numero di residenti stranieri (insieme alla Basilicata, al Molise e alla Valle d’Aosta), ospitando circa l’1,0% di tutti gli immigrati residenti in Italia. Un aspetto quantitativo che conferma come la Sardegna non sia particolarmente attrattiva rispetto ad altri contesti regionali.

Alla fine del 2020 i cittadini non comunitari titolari di permesso di soggiorno erano 25.293, di cui oltre la metà concentrati nella provincia di Cagliari. Escludendo dal calcolo i possessori di un permesso di lungo periodo o una carta di soggiorno, più della metà dei permessi sono stati rilasciati per motivi di famiglia (51,5%), un quarto per motivi di lavoro, il 16,9% per protezione internazionale.

I romeni continuano a collocarsi in vetta alla graduatoria delle collettività straniere, con un notevole distacco dalla collettività senegalese e con una quota pari al 22% di tutta la popolazione immigrata residente in Sardegna, di cui ben oltre la metà di sesso femminile (69,3%). La romena e le altre collettività provenienti dal continente europeo, fra cui l’ucraina, la tedesca e la polacca, assorbono poco meno di un terzo dei cittadini stranieri residenti in Sardegna. Seguono le collettività africane, provenienti in particolare dal Senegal e dal Marocco (rispettivamente la seconda e la terza collettività nella graduatoria regionale); quelle asiatiche, in particolare la cinese e la filippina; le collettività provenienti dal continente americano, segnatamente dall’America Latina (specie dal Brasile). Infine, risultano pochissimi i residenti provenienti dall’Oceania, per lo più dall’Australia.

L’affacciarsi della crisi sanitaria, con gli effetti conseguenti al confinamento, ha influito in modo determinante sulla produzione di reddito da lavoro anche per gli stranieri; soprattutto per quelle categorie professionali (ad esempio nell’ambito dell’attività di commercio, anche ambulante, e della ristorazione) prive di particolari tutele e che non hanno potuto godere da subito delle varie forme di sostegno messe in campo per far fronte alle diverse difficoltà contingenti. In Sardegna l’occupazione straniera assorbe il 4,5% del totale (la media nazionale è del 10,2%), con una quota prevalente di personale legato a un rapporto di lavoro subordinato (74,9%). I cittadini stranieri che lavorano nell’Isola sono occupati in gran parte nel settore dei servizi (90,7%). Di essi una quota preponderante è impiegata nel lavoro domestico e di cura delle persone anziane, malate e più in generale non autosufficienti. Nel settore dei servizi assumono un peso rilevante anche le persone occupate nel commercio, mentre gli occupati nel settore agricolo assorbono solamente il 5,9%.

Raffaele Callia

Prosegue il cammino sinodale nella Diocesi di Iglesias

Dopo che Papa Francesco ha dato avvio al Sinodo il 9-10 ottobre 2021, invitando tutte le Chiese ad iniziare il percorso in vista del Giubileo del 2025, anche nella Diocesi di Iglesias è iniziato il cammino sinodale, con la messa presieduta dal Vescovo, Giovanni Paolo, domenica 17 ottobre 2021.

Il cammino diocesano prosegue con alcuni impegni programmati per febbraio e marzo. Nell’apposita sezione del sito della Diocesi di Iglesias è possibile consultare i vari appuntamenti, a partire da giovedì 17 febbraio 2022.

È possibile partecipare agli incontri iscrivendosi per mezzo degli appositi moduli predisposti dalla Diocesi, oppure inviando una e-mail all’indirizzo camminosinodale.iglesias@gmail.com, indicando i dati personali, il Comune di residenza e la parrocchia di riferimento.

Come si legge nella Guida al cammino sinodale nella Diocesi di Iglesias, la parola «“sinodo”, di origine greca, significa “cammino fatto insieme”. Con essa la Chiesa ha indicato le esperienze con cui si è cercato di dare risposte, nel corso della sua storia bimillenaria, alle sfide dell’evangelizzazione. Un primo esempio
di Sinodo lo si può incontrare nel capitolo 15 degli Atti degli Apostoli. Normalmente, ciò che in esso viene raccontato viene comunemente denominato “Concilio di Gerusalemme” e riconosciuto come il primo Concilio o Sinodo della Chiesa del Risorto. A partire dal Concilio Vaticano II, l’ultimo dei Concili in ordine di tempo, è stata istituita un’assemblea particolare, denominata “Sinodo dei Vescovi”, che il Papa periodicamente raduna per affrontare alcune questioni particolari. Negli ultimi anni, Papa Francesco ha indetto ben tre Sinodi dei Vescovi. I primi due si sono presi a cuore l’impegno della Chiesa nei confronti delle famiglie; il terzo, invece, i problemi che affrontano i giovani nel vivere la fede. Per i prossimi anni è stato da poco avviata la preparazione di un quarto Sinodo. Questa volta il tema da affrontare è più vasto perché riguarda la “chiesa sinodale”, cioè la capacità della Chiesa di mettersi in cammino senza lasciare dietro nessuno e senza che nessuno rimanga inascoltato».

“Verso un noi sempre più grande”. La mobilità umana in Italia e in Sardegna all’epoca della pandemia.

Lunedì 7 febbraio 2022, dalle ore 15 alle 18, si è svolto il seminario interpastorale online “Verso un noi sempre più grande”. La mobilità umana in Italia e in Sardegna all’epoca della pandemia, organizzato dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna e da Migrantes regionale, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e con l’Ucsi Sardegna. Continue reading