La base dell’attività di osservazione e di analisi delle povertà rilevate nel territorio è costituita principalmente dai dati rilevati dai Centri di ascolto presenti nella diocesi. L’obiettivo dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse è quello di sostenere in maniera più efficace l’attività di raccolta dati relativa alle persone in difficoltà da parte dei Centri di ascolto e offrire alla comunità locale degli strumenti di analisi, proprio perché la carità cristiana non si esaurisce nell’elemosina ma comprende la conoscenza delle cause della povertà e delle risorse disponibili sul territorio per contrastarla, promuovendo allo stesso tempo la nascita di nuove risposte di aiuto mancanti.
Per capire meglio quali sono state le fragilità che hanno interessato il nostro territorio nell’ultimo anno è stato usato il programma informatico Ospoweb, fornito da Caritas Italiana e attraverso cui gli operatori hanno inserito le informazioni ottenute in occasione dei colloqui effettuati con le persone che ad essi si sono rivolte, nel pieno rispetto della legge vigente sulla privacy e previo consenso degli interessati.
I dati riportati si riferiscono alle persone transitate almeno una volta al Centro di ascolto “Marta e Maria” di Iglesias, alla Casa di prima accoglienza e al Dormitorio “Santo Stefano” di Iglesias, al Centro di ascolto per stranieri “Il Pozzo di Giacobbe” di Iglesias, al Centro di ascolto “Beata Vergine di Valverde” di Iglesias, al Centro di ascolto “San Pio X” di Iglesias, al Centro di ascolto “San Paolo apostolo” di Iglesias, al Centro di ascolto “Santa Chiara di Assisi” di Iglesias, al Centro di ascolto “Cuore Immacolato di Maria” di Iglesias, al Centro di ascolto “San Giuseppe artigiano” di Iglesias, alla Mensa “Sodalitas” di Iglesias, al Centro di ascolto “Madonna del Buon Consiglio” di Carbonia, al Centro di ascolto “San Francesco e Santa Chiara” di Sant’Antioco, al Centro di ascolto “Madre Teresa di Calcutta” di Santadi e al Centro di ascolto “Mater Misericordiae” di Fluminimaggiore.
In realtà il primo colloquio segna l’avvio di un percorso di relazione e accompagnamento che implica diversi incontri: infatti alle 625 persone ascoltate (295 uomini e 330 donne, con un’età media di 49 anni), nel 2022, corrispondono oltre 5.000 colloqui sostenuti dagli operatori.
I cittadini stranieri che nel 2022 hanno chiesto aiuto ai Centri di ascolto diocesani sono stati all’incirca un centinaio, vale a dire il 16,5% del totale delle persone ascoltate. La maggior parte delle persone ascoltate, di sesso maschile (54,5%), proviene dal continente africano: i Paesi di origine prevalenti sono il Marocco e il Senegal.
Fra i vari servizi, si segnala che la Casa di prima accoglienza nel corso del 2022 ha ospitato (una o più volte) 77 persone, mentre il Dormitorio 25. In tali strutture, nello stesso anno, sono stati conferiti complessivamente 10.915 pasti. L’Emporio della Solidarietà nel 2022 ha consentito a 228 persone di fare la spesa gratuitamente, una o più volte, presso i locali di via Crocifisso. Sono 260 quelle che hanno usufruito del servizio nel corso del 2023, fino al 4 novembre. Considerando che i titolari delle tessere dell’Emporio fanno riferimento a nuclei familiari, si stima che le persone che hanno fruito del servizio siano tre le 500 e le 600. Il Servizio di Sostegno Economico, operativo a Iglesias, Carbonia, Sant’Antioco e Santadi, nel corso del 2022 ha sostenuto circa un centinaio di persone, con erogazioni pari a circa 93.000,00 euro e con attività di consulenza e di orientamento alla Fondazione antiusura nei casi di sovra-indebitamento.
Capire quali siano i bisogni delle persone dipende molto dalla capacità di analisi e dalla sensibilità di chi conduce l’ascolto poiché non sempre sono direttamente espressione delle richieste avanzate ma possono essere riconducibili a situazioni di difficoltà o disagio vissute all’interno del nucleo familiare di cui la persona è portavoce. Nel 2022 sono stati rilevati per il 33,5% bisogni di tipo economico, per il 20,8% problemi di occupazione/lavoro e per il 12,9% problemi familiari, seguono in percentuale minore, problemi di salute, di dipendenza, detenzione e altri problemi di varia natura.
Non sempre la richiesta coincide con il bisogno rilevato, in parte perché la prima riguarda le aspettative che la persona nutre verso il Centro stesso e anche perché la persona può non avere piena consapevolezza del proprio disagio o manifestare delle difficoltà nell’affrontarlo. A differenza dei bisogni, dunque, le richieste sono rappresentate da ciò che le persone chiedono esplicitamente quando si rivolgono ai Centri di ascolto.
Nel corso del 2022 sono state registrate complessivamente 5.283 richieste di aiuto. Nello specifico, i dati pongono in luce una significativa preponderanza di richieste di beni e/o servizi materiali (83,5%). A seguire le richieste di sussidi economici (8,3%) e di alloggio (6,1%).
È opportuno sottolineare che le richieste di coinvolgimento, così come quelle di consulenza professionale e orientamento, pongono in luce il riconoscimento da parte delle persone ascoltate della più ampia identità dei Centri di ascolto come luoghi in cui non solo ricevere sostegno immediato, ma anche accoglienza, orientamento e, allo stesso tempo, un parere qualificato e un accompagnamento personalizzato nel percorso di uscita dal disagio. Si tratta di un aspetto che rivela il modus operandi dei Centri di ascolto Caritas, come antenne di una rete territoriale nell’ambito della quale si collabora in sinergia con le istituzioni e con il mondo degli altri organismi di promozione umana e sociale, non solo di natura ecclesiale.
Per quanto riguarda gli interventi, nel corso del 2022, a fronte delle 5.283 registrazioni di richieste d’aiuto, i dati dei Centri di ascolto hanno permesso di rilevare 4.435 interventi. Il tipo di intervento posto in essere più frequentemente dagli operatori è la fornitura di beni e servizi materiali (81,4%).
Seguono gli interventi compresi nella voce sussidi economici, con una quota pari all’8,0% (per lo più con il pagamento di bollette e tasse inevase e con il pagamento di affitti arretrati). Anche se non sempre si hanno gli strumenti per rispondere alla richiesta esplicitata, con gli interventi effettuati si cerca di soddisfare altri bisogni emersi, anche in modo inconsapevole. Tutto ciò è in linea con l’obiettivo di contribuire, in rete con gli enti e le associazioni presenti nel territorio, allo sviluppo umano sociale integrale delle persone.
Sara Concas
Referente dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse