L’accoglienza come ponte per la pace in Ucraina

Dal 5 al 19 agosto la diocesi di Iglesias ha ospitato 99 bambini e ragazzi ucraini insieme ai loro accompagnatori nell’ambito dell’iniziativa “È più bello insieme”, promossa da Caritas italiana, Caritas Spes (una delle Caritas dell’Ucraina) e sostenuta dalla Conferenza Episcopale Italiana. L’iniziativa, avviata la prima volta in altre diocesi nell’estate dello stesso anno in cui è scoppiata la guerra in Ucraina, ha visto alloggiare bambini e ragazzi ucraini prevalentemente di età preadolescenziale, provenienti da Zhytomyr, Kiev, Lutsk e Kharkiv nelle seguenti strutture: “Casa di Nazareth” a Iglesias, “Posada Cammino Minerario di Santa Barbara” a Carbonia e “Villa Aurora” a Carloforte. Momenti di svago e divertimento hanno occupato le giornate per lo più balneari, durante le quali i ragazzi hanno potuto godere delle bellezze naturali dal mare di Carloforte, Portopaglietto, Spiaggia di Mezzo, Is Solinas, alle grotte di Santa Barbara e delle bellezze culturali come le visite ai centri storici e alle chiese, partecipando ai riti delle feste cittadine.

Tra i momenti più intensi e significativi di queste giornate se ne possono menzionare du: l’incontro con le Sorelle Povere di Santa Chiara e l’Amministratore apostolico diocesano, cardinale Arrigo Miglio, al Santuario della Madonna del Buon Cammino a Iglesias l’11 agosto, giorno in cui la Chiesa ricorda Santa Chiara di Assisi; e la Santa Messa a Villamassargia, alla chiesa parrocchiale della Madonna della neve, presieduta dal parroco don Maurizio Mirai e alla quale ha preso parte anche don Bogdan Markhevka, residente a Cagliari, che ha proposto un’omelia sia in italiano sia in ucraino a beneficio dei giovani ospiti suoi connazionali. Racconti di comunità e collaborazione arrivano anche dalle parrocchie di Carloforte, San Carlo Borromeo e San Pietro Apostolo, che si sono unite in un’unica grande famiglia accogliente, dalla Beata Vergine Addolorata di Carbonia, che ha fornito un insostituibile supporto umano e logistico al gruppo ospite nella Posada, così come dalle comunità parrocchiali di Portoscuso e Paringianu.

“È stata una grande esperienza per tutta la comunità, racconta Raffaele Callia direttore della Caritas diocesana a conclusione dell’accoglienza. “Abbiamo sperimentato le radici più profonde dell’animazione pastorale, che è l’obiettivo primario della Caritas. Impegno che abbiamo portato avanti con senso di responsabilità e al meglio delle nostre possibilità, grazie alla regia di Simone Cabitza, nostro referente per l’Area promozione umana, che ha coordinato il prima, il durante e il dopo, alla presenza di ben 11 mediatori linguistici residenti in Sardegna da anni e all’aiuto di tantissime persone e istituzioni che hanno dato disponibilità dopo essere venuti a conoscenza dell’iniziativa. Prezioso il contributo degli Scout, delle comunità ecclesiali (parrocchie, gruppi, movimenti e associazioni), degli istituti scolastici, così come è stata fondamentale la collaborazione con le Amministrazioni comunali che, oltre al supporto nelle varie esigenze logistiche, hanno voluto conoscere di persona i bambini e i ragazzi portando loro il saluto della cittadinanza. Questo scambio di amicizia è stato così intenso che durante gli incontri i giovani ospiti hanno più volte omaggiato i partecipanti con balli e canti tipici delle loro zone di origine. Uno dei contributi più forti, che rimarrà nel cuore di tutti, è arrivato dalla sedicenne Irina che il giorno dell’incontro a Carbonia ha affidato ai presenti un messaggio scritto dai contenuti molto significativi e profondi sulle difficoltà del sentirsi a casa, con il rischio di non averne più una, e sul come l’arte l’abbia sempre aiutata nei momenti più difficili.

Quest’esperienza di accoglienza, dai contenuti umani straordinari, ha ricevuto un plauso unanime. È stata definita una benedizione per le comunità e rimarrà nel cuore di tanti. Esperienza che deve sollecitare le coscienze affinché l’idea della guerra non diventi un’abitudine essendo fondamentale fare la propria parte ogni giorno, anche nel poco, per costruire la pace.

Ilaria Perduca