“Fuori dall’Ombra”. Un progetto della Caritas diocesana per “tornare alla luce” della speranza e dell’autonomia

“Fuori dall’Ombra” è un progetto della Caritas diocesana che, in poco più di un anno dal suo avvio, prova a ridefinire concretamente il concetto di persona senza dimora, annoverando in esso non solo le persone che non possiedono un’abitazione, ma anche coloro che non possono contare su un ambiente di vita o un luogo di sviluppo delle relazioni affettive.

Quello delle persone senza dimora è certamente un fenomeno complesso che invita le varie iniziative caritative, ed anche le espressioni pastorali, ad operare in sinergia col sistema dell’accoglienza presente sul territorio, ad iniziare dalla Casa di prima accoglienza “Santo Stefano” e dal Dormitorio cittadino, entrambe opere-segno promosse dalla Caritas diocesana di Iglesias. Due servizi essenziali della Chiesa diocesana che si collocano all’interno di una rete di proposte capace di aumentare e di rendere più efficaci le iniziative di solidarietà e prossimità in favore delle persone in condizione di estrema precarietà. Questo è ciò a cui tende il progetto: sviluppare l’aspetto pratico dell’abitare educativo, consentendo di far vivere esperienze di lenta riabilitazione con l’ausilio di contesti di tipo formativo e professionalizzante.

È noto come in questo campo la formazione, sotto forma di esperienza pratica, possa divenire un mezzo privilegiato per realizzare uno spazio di maggiore autonomia di vita e di più consapevole orientamento dei percorsi personali. Verifichiamo, ad esempio, che l’inserimento lavorativo, caratterizzato da un solido accompagnamento socio-educativo, consente alle persone senza dimora, di sperimentare comportamenti ed in misura maggiore competenze adeguate a quegli spazi che costituiscono il campo privilegiato di riabilitazione e di integrazione.

Così, le persone che precipitano, o stazionano, nelle soglie dell’invisibilità devono poter disporre di percorsi che possano riattivare autoefficacia, evitando in questo modo le forme di cronicità, contraltare di smarrimento e di perdita di identità.

Date tali premesse è sembrato importante poter promuovere – in primo luogo in favore degli ospiti della Casa di prima accoglienza e del Dormitorio – delle piccole esperienze di impegno socio-lavorativo, svolte principalmente presso il fondo agricolo degli “Orti Solidali di Comunità”, in modo tale da consentire alle persone destinatarie del progetto di poter recuperare (e riconoscere) dall’esperienza personale competenze utili da investire per nuovi traguardi di vita.

L’obiettivo di fondo è dunque quello di accompagnare processi generativi, mediante l’attivazione di misure e attività, finalizzate a profilare percorsi di emancipazione da condizioni umane di forte insicurezza sociale. Questo fattore costituisce il momento decisivo sul quale “Fuori dall’Ombra” scommette tutto il suo percorso educativo, costruito laboriosamente insieme ad operatori e volontari. Tra le varie misure del progetto una delle più qualificanti è di sicuro quella riguardante il servizio diurno che rende possibile l’ospitalità a coloro che, accolti al dormitorio per la notte, durante la giornata non hanno luoghi in cui sostare. “Fuori dall’Ombra” ha scelto di investire sul recupero di una struttura che, a breve, potrà accogliere queste persone durante il giorno, affiancandole in percorsi di impegno, e promuovendo per loro pratiche di coabitazione orientate all’autonomia.

Attorno a queste prerogative si è modellato un percorso di intervento articolato in una serie di misure e di iniziative che aspirano a restituire identità e protagonismo a persone altrimenti destinate irrimediabilmente all’anonimato e all’invisibilità.

La prima ed importante iniziativa del progetto ha riguardato la strutturazione di una équipe di progetto che consentisse di procedere, in modo trasversale e sinergico, tra le diverse progettualità che in questo momento figurano sotto la responsabilità della Caritas diocesana di Iglesias. Tale gruppo di operatori è maturato all’interno della Caritas tra coloro che già in precedenza si erano resi protagonisti di iniziative di accompagnamento in seno ad altri progetti finanziati con fondi 8xmille. In particolare si è ritenuto indispensabile rendere eterogeneo un gruppo di lavoro, valutandone competenze e capacità di tipo personale, professionale e motivazionale. Da questi presupposti è nata un’équipe che sulla progettualità in oggetto conta oggi cinque operatori: due psicologi, un’educatrice, un formatore e una esperta nelle tematiche della finanza etica.

Ognuno di loro ha avuti assegnati aree e compiti di lavoro, in cui ci si è potuto muovere prioritariamente, ma non in modo esclusivo. Il modello organizzativo prevede una orizzontalità di confronto e scambio tra i vari operatori. Gli incontri e le sessioni di lavoro procedono a cadenza regolare, con degli appuntamenti settimanali e con un coordinamento esecutivo che consente al progetto, nella sua varia articolazione, di procedere in modo costante e progressivo. I medesimi operatori dell’équipe sono impegnati nella gestione e del “Punto famiglia” e del “Centro diurno”, elementi integranti di un progetto che è solo agli inizi e di cui si attende una crescita colma di speranza.

Simone Cabitza