“Orti solidali di comunità”. Molto più di un progetto di agricoltura sociale

È riduttivo definire “Orti Solidali di Comunità” un progetto di agricoltura sociale. Il progetto è molto di più. Anzitutto è il campo di applicazione di metodi e contenuti di carattere socio-educativo. Il progetto si propone di avere cura in senso integrale delle persone che hanno scelto di prenderne parte, provando a dare risposte a bisogni complessivi, nel contempo non rinunciando ad offrire aiuti concreti.

Si può legittimamente affermare che il progetto è fortemente promozionale delle persone e delle loro famiglie; un progetto che dialoga con diversi altri enti caritativi del territorio, intra ed extra ecclesiali, decidendo di optare, ad esempio, sul conferimento delle eccedenze del lavoro agricolo ad enti, servizi, opere solidali presenti in città.

A parte questo, “Orti Solidali di Comunità” si definisce nella progettualità socio-pastorale e s’inserisce a pieno titolo nelle iniziative di contrasto alla povertà, muovendo da una prospettiva che è insieme solidale – e non assistenziale – e di valorizzazione dei requisiti di protagonismo personale, per cui non ripiegato sull’aiuto, ma con l’obiettivo ambizioso di restituire dignità alle persone, attraverso gli strumenti della professionalizzazione e dell’empowerment individuale.

In un terreno di circa 3 ettari di proprietà del Seminario diocesano, in località Monti Santu ad Iglesias, va avanti, ormai da due anni, questa bella iniziativa della Chiesa diocesana, su cui la Caritas ha voluto fare un investimento, attraverso i fondi CEI 8xmille, ma soprattutto ha voluto esaltarne i motivi pastorali, progettando un intervento che accoglie persone in difficoltà, o in condizione di vulnerabilità, consentendo ad esse di venire accompagnate in un percorso di lavoro nel settore orticolo, e riconoscendo loro di essere sostenute nei bisogni immateriali e intrinseci, mediante un rigoroso affiancamento educativo, tratto integrante e qualificante del progetto.

Oggi “Orti Solidali di Comunità” è in fase di completo consolidamento, sia per quanto riguarda gli aspetti di produzione, che conta ragguardevoli quantitativi di ortaggi raccolti dagli operatori impegnati sul campo, sia per quanto riguarda gli sviluppi che il progetto sperimenta nel modello organizzativo e del lavoro, aperto ad ulteriori migliorie infrastrutturali, così come a più puntuali interventi in ordine all’educativa che gli è propria.

Il progetto, ormai da tempo, ospita stabilmente un numero non esiguo di operatori-beneficiari. Notiamo in loro, nel rapporto quotidiano, un avanzamento delle prerogative personali. Certamente il lavoro, questo particolare lavoro, svolto a contatto con la terra e la natura, si sta rivelando funzionale a rafforzare requisiti di salute. È di grande incoraggiamento per noi il fatto di poter ricavare dal frutto del lavoro prodotti alimentari che vengono serviti nelle tavole delle famiglie dei beneficiari. Questo aspetto ci consente di riconoscere ad “Orti Solidali di Comunità” il merito di provvedere, anche se in minima parte, al sostentamento di chi è occupato al suo interno.

Il progetto è per sua natura inclusivo e ricettivo, nel senso che in questi anni è riuscito a raccogliere intorno a sé un buon numero di collaboratori e simpatizzanti che oggi permettono di proiettare in avanti l’operatività e gli itinerari educativi, come percorsi differenziati, plurali ed individualizzati, pertanto più efficienti, tesi a risultati certificabili, pur sempre in linea con quell’essenza che richiama il valore evangelico del nostro agire.

Per concludere, vorremmo invitare individui e comunità parrocchiali a conoscere ancor meglio il progetto degli “Orti Solidali di Comunità”, venendoci a trovare ad Iglesias presso il luogo dove esso si svolge, per apprezzarne direttamente prassi, approcci e modi d’intervento.

Simone Cabitza