L’Emporio della Solidarietà. Un servizio della comunità per far fronte ai bisogni alimentari

L’Emporio della Solidarietà è un discount sociale promosso dalla Caritas diocesana ed operativo ad Iglesias, in via Crocifisso 97, dal giugno del 2016. Il servizio nasce grazie alla collaborazione del Coordinamento cittadino degli organismi socio-assistenziali di natura ecclesiale (coordinato dall’Ufficio pastorale della Caritas diocesana): le Caritas parrocchiali, il Volontariato vincenziano cittadino, il Terz’Ordine francescano della Chiesa conventuale di San Francesco e Sodalitas. Il progetto dell’Emporio prevede il conferimento di prodotti distribuiti non con pacchi già predisposti; sono i beneficiari, infatti, dopo esser stati ascoltati dagli operatori dei Centri di almeno una delle realtà aderenti al progetto, a scegliere secondo le proprie necessità, come in un vero negozio. Non si paga con denaro ma attraverso una carta personale che contiene dei crediti, attribuiti in base a diversi parametri, fra cui l’ampiezza del nucleo familiare; la tipologia, l’intensità e la durata del disagio; l’ISEE e altri indicatori. La carta magnetica è personale ed è identificata attraverso un codice. I dati raccolti dai Centri della rete del Coordinamento confluiscono in un database che permette immediatamente di capire chi si è rivolto ai vari servizi territoriali, compreso l’Emporio, evitando duplicazioni di interventi e, in prospettiva, promuovendo un percorso di liberazione dal bisogno.

Oggi, questo particolare servizio, presta aiuto a 306 persone beneficiarie, accreditate mediante il sistema della tessera a punti. Il servizio ha potuto contare fino ad ora sul contributo operoso di un buon numero di persone, tra volontari ed operatori, senza i quali non sarebbe possibile far fronte ai diversi aspetti di tipo organizzativo e di accompagnamento umano per un progetto così complesso.

Il servizio dell’Emporio ha origine, e si innesta del tutto naturalmente, nella progettualità socio pastorale diocesana. Attualmente, a distanza di tre anni dalla sua apertura, una duplice fase ne contrassegna il momento, da una parte di consolidamento dell’operatività, dall’altra di ampliamento delle prerogative pedagogiche delle sue prassi. In questo secondo caso ci si riferisce agli interventi di tipo educativo e di accompagnamento, i quali, benché prospettati e presenti fin dagli esordi, sono ritenuti oggi ancora più importanti ai fini del cambiamento auspicabile nei beneficiari del servizio.

A tal fine si è costituita un’équipe di lavoro, formata da specifiche professionalità, che si fa carico, in una logica di intervento integrato con tutti i soggetti coinvolti nelle forme d’aiuto collegate alla Caritas diocesana, di affiancare coloro che domandano aiuto. Tramite il lavoro educativo e la relazione con l’altro, l’équipe vuol provare ad incidere su quei fattori che stanno alla base delle difficoltà vissute dalle persone, spostando l’attenzione dal piano delle richieste al piano dei bisogni.

La prospettiva del bisogno, assunta a livello educativo, si colloca in un ambito di azione che sceglie di esplorare i motivi intrinseci non di rado anticipatori di disagio e povertà. Così, la richiesta portata dal singolo, o dalla famiglia, è valutata dall’équipe educativa attraverso colloqui volti ad approfondire le condizioni generali, personali ed ambientali di chi si accosta ai servizi caritativi.

L’intervento che si determina interessa la dimensione del cosiddetto “bilancio del capitale immateriale familiare”, con cui si vuole valutare, con la stessa attenzione, indicatori di criticità e risorse possedute dalle famiglie. Su questa linea di lavoro scaturisce il “piano familiare”, una sorta di carta di corresponsabilità che impegna i singoli su obiettivi possibili, da cui partire per inscrivere nella vita di tutti i giorni nuovi codici di comportamento e di condotta.

La realtà di questo lavoro sta portando alla luce una realtà umana smaniosa di intraprendere percorsi di emancipazione dall’aiuto, ridefinendo in sé risorse, abilità e progettualità di vita. Da queste intenzioni è nata la proposta educativa del progetto, che dialoga col servizio dell’Emporio, completandone idealmente l’itinerario di intervento. Siamo dunque ad una vera e propria fase 2.0 del progetto sia sotto il profilo logistico (passare dal conferimento dei viveri confezionati al recupero dei prodotti freschi e più in generale dell’invenduto) sia sotto il profilo educativo (creando connessioni fra le varie progettualità Caritas, i servizi ecclesiali e quelli istituzionali presenti nel territorio). Una fase delicata e importante, che vedrà impegnata la Caritas diocesana con rinnovata passione e determinazione a servizio dei poveri.

Simone Cabitza