Nei mesi di dicembre e gennaio l’équipe formatori della Caritas diocesana ha incontrato diversi volontari di alcune parrocchie della Forania di Iglesias e Carbonia, in occasione del “Corso base” finalizzato ad avviare un momento propedeutico per l’avvio delle Caritas parrocchiali (laddove mancanti) o per il rafforzamento delle realtà già esistenti.
Si ritiene costruttivo, durante gli itinerari formativi, fare azione di verifica ed eventualmente apportare delle modifiche ai percorsi stessi. Per questo motivo si è provveduto ad intervistare alcuni fruitori degli itinerari e anche ad uno dei parroci delle parrocchie che hanno aderito alla proposta formativa.
Intervista ai volontari che hanno partecipato al “Corso base”
Quale è il motivo che ti ha spinto a partecipare alla proposta formativa?
- La curiosità;
- Perché vorrei fare qualcosa per la mia comunità;
- Voglio essere preparata per svolgere questo servizio a persone bisognose.
Avevi già fatto esperienze di impegno caritativo, prima di partecipare alla formazione proposta dalla Caritas?
- Sì, come barelliere quando sono andato a Lourdes;
- Faccio servizio al Centro unico di distribuzione;
- No, è la prima volta: mi ha coinvolto una mia amica. Quest’itinerario mi sta coinvolgendo e mi piace, è una cosa interessante da fare e per quello che mi sarà possibile dedicherò il mio tempo per gli altri.
Ritieni che la formazione ti abbia aiutato a sviluppare una maggiore consapevolezza del legame esistente tra impegno personale e testimonianza comunitaria della carità?
- Sì, perché il Signore, tramite il mio parroco, mi ha chiamato qui;
- Sì, la sento come una necessità di miglioramento anche per come porsi verso altri che necessitano di avere un po’ di amore disinteressato;
- Sì, è un’esperienza nel senso che non si vive solo nel proprio nucleo familiare e guardandoti intorno rifletti e dici: effettivamente tutti quanti possiamo collaborare per cambiare qualcosa. Allora forse le cose miglioreranno. L’itinerario di formazione al quale ho partecipato mi ha aiutato a capire meglio questo aspetto.
Anche una maggiore consapevolezza sul legame esistente con le altre dimensioni della vita della Chiesa (l’annuncio e la celebrazione, la catechesi e la liturgia)?
- Sì, la formazione mi ha aiutato a relazionarmi meglio con la celebrazione stessa della Liturgia;
- Sì, ritengo che la formazione mi abbia aiutato a capire il legame tra liturgia, catechesi e carità, soprattutto a fronte di ciò che è successo da un momento all’altro a mia moglie… La fede mi ha aiutato non solo per ciò che è successo ma anche per gli altri ammalati. Pertanto facendo parte della Caritas parrocchiale vedo con altri occhi la sofferenza di chi ha necessità di aiuto;
Perché è importante pensare il volontariato in Caritas come esperienza collocata in un percorso di formazione?
- La formazione è importante per un volontario della Caritas perché ci prepara all’ascolto, a capire i bisogni delle persone;
- Ci prepara a porci nella maniera giusta nei confronti dell’altro.
Cosa suggeriresti alla Diocesi per migliorare il proprio impegno formativo, in particolare nella testimonianza della carità?
- Ritengo che la formazione debba essere divulgata in tutte le parrocchie;
- Ritengo che ci sia bisogno di maggiori informazioni e formazione finalizzate ad una conoscenza più profonda in quanto non so se tutte le persone possano essere all’altezza di stare in un Centro di ascolto oppure in un altro servizio, in base alle proprie attitudini;
- Mi piacerebbe approfondire la formazione per capire meglio se abbiamo buone capacità di ascolto.
Intervista a un parroco che ha aderito alla proposta del “Corso base”
Quale è il motivo che ti ha spinto a far partecipare alcuni tuoi parrocchiani all’itinerario formativo?
Conoscendo gli itinerari formativi della Caritas diocesana, sono fermamente convinto che essi aiutano le singole persone a camminare in sinergia con la comunità a cui appartengono, con e dentro la Chiesa. La Caritas, inoltre, attraverso gli itinerari formativi fa prendere coscienza di appartenenza alla comunità ecclesiale. Questo è fondamentale in un itinerario formativo, perché non ti fa fare solo degli interventi ma ti aiuta a metterti al fianco dei poveri della comunità di appartenenza.
Ritieni che la formazione possa aiutare a sviluppare, tramite operatori preparati, ad avere maggiore consapevolezza del legame esistente tra impegno personale e testimonianza comunitaria della Carità?
Sì, proprio perché si crea e si stabilisce un legame diverso con la comunità. Si prende coscienza di dover dialogare anche con gli altri operatori pastorali della propria comunità.
La formazione può aiutare anche a far crescere una maggiore consapevolezza sul legame esistente con le altre dimensioni della vita della Chiesa (l’annuncio e la celebrazione, la catechesi e la liturgia)?
Certamente. C’è una certa sofferenza verso la formazione, come nell’ascolto della Parola e negli interventi da fare. C’è ancora una sofferenza nella preghiera comune e ancora un po’ di mancanza di “coscientizzazione” nel dialogo comune. È un legame, questo, in divenire.
Perché è importante pensare il volontariato in Caritas come esperienza collocata in un percorso di formazione?
Il volontariato in Caritas è e deve essere un volontariato cristiano. Ha una storia precisa, che deve manifestarsi dando un sapore diverso a quello che si fa. Si deve conservare lo spirito cristiano. Per questo il volontariato promosso dagli itinerari Caritas non deve perdere lo specifico di un uomo accanto ad un altro uomo, nei bisogni ordinari e straordinari.
Cosa suggeriresti alla Diocesi per migliorare il proprio impegno formativo, in particolare nella testimonianza della carità?
Maggiore comunicazione e instaurazione di un dialogo tutte le volte che si pensa ad un obiettivo comune. Creare momenti e coinvolgimento intorno ad obiettivi anche minimi dei parroci nelle decisioni che riguardano la comunità diocesana. Maggior dialogo tra i vari Uffici pastorali, ad es. quello che propone la Caritas deve interessare sia la Catechesi che la Liturgia. Si chiede un maggior coinvolgimento nella decisione degli obiettivi formativi, anche se pluriennali. Le nostre parrocchie devono diventare capaci di formare alla Parola, alla Carità e anche alla celebrazione… partendo dalle necessità esistenti nel territorio della parrocchia stessa e della Diocesi.
Aldo Maringiò