All’interno degli “Orti solidali di comunità” nasce la “Casa degli Orti”

Nonostante le difficoltà registrate lo scorso anno a causa della pandemia, grazie al contributo dei Fondi CEI 8xmille Italia per l’anno 2020 è stato possibile potenziare il progetto degli “Orti solidali di comunità”.

Il contributo ha consentito di ultimare i lavori relativi al fabbricato rurale che insiste nel terreno dove ha luogo il progetto (località Montisantu, a Iglesias), il quale ospita in modo stabile 6/7 persone, tra coloro che si rivolgono ai Centri di ascolto cittadini (Iglesias) o che usufruiscono del servizio dell’Emporio della solidarietà. Il fabbricato è divenuto un luogo accogliente e funzionale, abitabile per le persone che quotidianamente prestano servizio nel progetto, consentendo di sviluppare, oltre le attività consuete di lavoro, momenti di socializzazione, convivialità e rinforzo di competenze.

Fin dagli esordi del progetto degli “Orti solidali di comunità” la Caritas diocesana ha ritenuto indispensabile dotarsi di un luogo fisico dove potersi intrattenere, anche oltre l’orario di lavoro, per proporre una serie di iniziative e attività di carattere eminentemente educativo. È nata così “Casa degli orti”, che a breve sarà segnalata da una targa/insegna che la identificherà per la comunità come opera segno della diocesi di Iglesias.

L’avvenuta trasformazione permette oggi ai partecipanti del progetto, ossia la comunità di lavoro che si è creata in questi anni, di trascorrere intere giornate presso il terreno degli Orti solidali, dando l’opportunità di condividere un pranzo tra i lavoratori che prestano servizio (operatori e beneficiari). Il dopopranzo, sbrigati gli ultimi compiti lavorativi, come ad esempio l’innaffiatura delle sementi e delle colture, la sistemazione delle attrezzature e i controlli tra i filari, il gruppo si ritrova all’interno della “Casa degli orti” per pianificare le incombenze del giorno seguente. Non è tutto, questi momenti, che si svolgono sempre in modo naturale senza alcuna asimmetria tra operatori e beneficiari divengono l’occasione per incoraggiare l’entusiasmo e rinforzare quelle abilità, non di rado di tipo trasversale, che emergono durante una lunga giornata di lavoro e che si sceglie di restituire ai protagonisti perché esse possano inscriversi giorno dopo giorno nel codice di comportamento, andando a sostenere il protagonismo socio-personale dei diretti interessati in vari settori della vita affettiva, lavorativa e relazionale.

La “Casa degli orti” mostra oggi tutte le potenzialità per cui ci si è impegnati, dato che possiede una cucina, con angolo cottura, posti a sedere (tavoli e sede), i mobili pensili ed elettrodomestici e, in un secondo ambiente, un tavolo riunione, una scrivania e gli arredi tipici di una stanza/ufficio.

È evidente come l’importanza di questo impegno richieda una condivisione tra operatori presenti sul campo e coordinatori/supervisori del progetto. Da questo punto di vista si è dato vita, già da anni, ad una sorta di cabina di regia, luogo deputato a orientare gli accompagnamenti socio-educativi che si è deciso di mantenere nelle forme della mimetizzazione all’interno delle attività giornaliere, per essere affidati ad operatori (tutor dell’accompagnamento) che li mettano in atto approfittando delle occasioni che scaturiscono dalle naturali interazioni umane e lavorative. Questo è il motivo che ha indotto ad investire sulla responsabilità di ruolo ed educativa dei tre operatori attualmente in forza presso i progetti CEI 8xmille. In questa prospettiva, la sinergia tra il progetto “Orti solidali di comunità” ed “Emporio della solidarietà” appare naturalmente come un connubio educativo, mediante il quale viene condiviso l’obiettivo di portare le forme dell’accompagnamento e lo stile educativo, con le stesse intenzionalità e senza distinzioni, in entrambi gli ambiti dell’impegno della Caritas diocesana.

Nell’ultimo anno l’azione progettuale ha potuto registrare questi importanti cambiamenti:

  1. mettere a disposizione un luogo (“La Casa degli orti”) confortevole, accogliente e funzionale allo svolgimento delle pratiche di responsabilità educativa fondate sul principio della massima condivisione e dell’aiuto a percepirsi (operatori e beneficiari) accomunati dallo stesso cammino di crescita e sviluppo di competenze;
  2. prolungare le giornate di lavoro, comprendendo anche il pomeriggio. Ciò ha delle ricadute sui volumi di produzione delle colture (ortaggi e frutta), fattore che andrà ad incidere sulla conseguente capacità di aiuto che il progetto potrà esprimere nei prossimi mesi;
  3. incidere a livello educativo, in particolare formando una squadra di intervento (coordinamento) che chiama in causa in modo diretto i tre operatori dei progetti (tutor d’accompagnamento), i quali lavorano per una condivisione piena di codici comunicativi, stili e contenuti ispirati all’accompagnamento socio-educativo.

In questo anno, reso ancora più difficile dalla pandemia, i due servizi in questione (Orti solidali ed Emporio) non hanno mai interrotto del tutto le attività, consentendo alle persone che vi si accostano, portatori di bisogni diversificati, tra questi anche bisogni di salute, di trovare, ad esempio nel lavoro all’aria aperta, un’utile occupazione e un modo di offrire a se stessi sollievo rispetto ad una realtà circostante in alcuni casi drammatica, angosciante e carica di incertezze.

Un’ultima breve notazione: gli arredi con cui si è voluto caratterizzare la “Casa degli orti” sono stati commissionati ad un artigiano del legno designer. Tale opzione è stata ritenuta perfettamente in linea con lo spirito del progetto, che fa della tutela dell’ambiente e della valorizzazione del biologico uno dei suoi capisaldi.