Un po’ di luce sarda nelle tenebre di Haiti

La sofferenza provocata dal terribile terremoto avvenuto ad Haiti il 12 gennaio 2010 non è ancora cessata, in un prolungato contesto di gravissima povertà e di fortissima instabilità istituzionale. Dopo l’omicidio del presidente Jovenel Moïse, nel luglio del 2021, su quella poverissima porzione d’America si è abbattuto un terribile vortice di incessante violenza. Il vuoto di potere istituzionale, infatti, è stato rapidamente riempito dalla brutalità delle bande armate, già legate da tempo ad alcune élite di potere presenti nel Paese.

A guidare Haiti dal punto di vista formale è un Consiglio presidenziale di transizione (costituito da alcuni rappresentanti del Paese), formatosi proprio a seguito della rivolta delle bande armate, nel 2024. In realtà, le gang non solo non sono sparite ma si sono pure coalizzate sotto la guida di un ex poliziotto, Jimmy Chérizier, in un gruppo denominato “Viv Ansanm”. Tale gruppo assalta privati e famiglie, uccidendo senza troppi scrupoli e alcune volte sequestrando i malcapitati (se si reputa di ricavarne un guadagno). Tutto ciò senza risparmiare le organizzazioni umanitarie.

Secondo le Nazioni Unite, più di un milione di haitiani sono sfollati internamente a cause delle violenze e come scrive il quotidiano spagnolo El País, nel suo editoriale, «i bambini di Haiti non possono più aspettare. Il Paese ha bisogno di un intervento determinato e coordinato per garantire la loro protezione e gettare le basi per una ripresa reale e sostenibile. È un obbligo morale e un imperativo umanitario». A proposito dell’infanzia haitiana, il portavoce dell’Unicef, James Elder, ha affermato che tra il 2023 e il 2024 la violenza sessuale contro i minori ad Haiti, soprattutto bambine, è decuplicata.

La realtà haitiana è ben conosciuta dalle Caritas della Sardegna, le quali avevano promosso diverse iniziative umanitarie in occasione del dopo terremoto, in collaborazione con le Figlie di Maria Ausiliatrice operanti in loco. In tutti questi anni sono rimasti vivi i contatti e l’attenzione fraterna. In queste ultime settimane, peraltro, la Delegazione regionale Caritas della Sardegna ha accolto la loro richiesta di sostenere un progetto (denominato “Per crescere bene. L’educazione è essenziale”) volto a favorire, per un semestre, il rinforzo della sicurezza alimentare ed educativa di 50 bambini haitiani.

L’impegno delle Figlie di Maria Ausiliatrice in favore del diritto all’educazione in Haiti è molto apprezzato. L’obiettivo del progetto sostenuto dalle Caritas sarde è quello di promuovere lo sviluppo umano, fisico e culturale dei bambini attraverso l’istruzione, ma anche attraverso il sostegno sociale, psicologico e nutrizionale. Dato il trauma subito, le Suore salesiane ritengono che il sostegno psicologico sia essenziale per la loro guarigione. Anche una dieta sana è essenziale per il loro recupero fisico. La casa che ospita i bambini, che funziona come “struttura protetta”, è gestita da una comunità di formatori, assistenti laici e altri professionisti. Tuttavia, a causa della crisi economica e politica che il Paese sta attraversando, le risorse finanziarie per sostenere il progetto sono diminuite, mentre aumenta il rischio di abbandono dei minori a causa della violenza delle gang e dell’insicurezza.

Si tratta certamente di una piccola luce, nelle tenebre di una realtà terribile e complessa come quella haitiana, ma comunque in grado di riaccendere la speranza. Peraltro, nell’anno giubilare della speranza appare come un segno tangibile che rende ancora più forte il significato del Giubileo.

Raffaele Callia

Le responsabilità dell’Unione Europea nell’attuale conflitto in Congo

“Esprimo la mia preoccupazione per l’aggravarsi della situazione securitaria nella Repubblica Democratica del Congo. Esorto tutte le parti in conflitto ad impegnarsi per la cessazione delle ostilità e per la salvaguardia della popolazione civile di Goma e delle altre zone interessate dalle operazioni militari. Seguo con apprensione anche quanto accade nella capitale, Kinshasa, auspicando che cessi quanto prima ogni forma di violenza contro le persone e i loro beni. Mentre prego per il pronto ristabilimento della pace e della sicurezza, invito le autorità locali e la comunità internazionale al massimo impegno per risolvere con mezzi pacifici la situazione di conflitto”.

Sono le parole di Papa Francesco, pronunciate all’udienza generale del 29 gennaio scorso. Lo stesso giorno in cui era previsto un incontro tra i presidenti della Repubblica Democratica del Congo e del Ruanda, con la mediazione del presidente del Kenya; incontro poi saltato poiché le relazioni tra i due Paesi si sono interrotte.

Quanto sta avvenendo nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, nella regione di Kivu Nord, in particolare nella città di Goma (oltre 700.000 abitanti), è nient’altro che il seguito di una lunga catena di conflitti e violenze che si sta perpetuando da decenni in quell’area e che affonda le sue radici nel terribile genocidio avvenuto in Ruanda nel 1994 (tra l’etnia dei Tutsi e quella degli Hutu), in cui persero la vita non meno di 800.000 persone.

In quella stessa area sono presenti decine di milizie armate che controllano il territorio e – causa principale dei conflitti in corso – sfruttano illegalmente i minerali di cui il sottosuolo è assai ricco, in particolare oro, tungsteno e soprattutto tantalio e niobio (due minerali noti come coltan), i quali risultano strategici per la produzione delle moderne tecnologie come computer e smartphone. A spadroneggiare è in particolare il gruppo armato denominato “M23”, il quale, nato nel 2009 come milizia in difesa dei tutsi residenti nel Nord Kivu ritenuti minacciati dalle autorità congolesi, è accusato di avere stretti legami con il Ruanda, a cui sembrerebbe garantire lo sfruttamento dei minerali di cui questo Paese non è in possesso. Come sostengono diversi analisti, grazie a questi commerci illegali il Ruanda riuscirebbe ad essere il secondo esportatore mondiale di coltan e di altri minerali, nonostante ne sia sprovvisto nel proprio territorio.

Dopo dieci anni di attività a bassa e media intensità, il gruppo M23 ha espanso il suo controllo e ha recentemente conquistato la città di Minova (a 45 chilometri da Goma), provocando lo sfollamento di almeno mezzo milione di persone e portando a 4,5 milioni il numero di sfollati in tutta l’area del Kivu. Donne in attesa, bambini e anziani stanno vivendo in condizioni di estrema precarietà, con accesso limitato all’acqua, al cibo e ai servizi essenziali.

A fronte di questo drammatico scenario risulta particolarmente controverso l’accordo che l’Unione Europea ha stipulato con il Ruanda il 19 febbraio dello scorso anno per l’approvvigionamento di minerali e che – come già sottolineato – questo Paese africano non possiede nel proprio territorio, risultando incoerente rispetto ai molteplici pronunciamenti a favore di un commercio trasparente e tracciabile dei minerali rari. Inoltre, va precisato che l’Unione Europea in questi ultimi anni ha finanziato l’esercito ruandese per decine di milioni di euro.

L’accordo di cooperazione sulle materie prime stipulato tra la UE e il Ruanda il 19 febbraio 2024 viene ampiamente criticato dalla Repubblica Democratica del Congo e da quanti ritengono esista una contraddizione profonda tra le conseguenze sostanziali alla firma di quell’atto e i valori formali propugnati dall’Unione Europea, in particolare in tema di difesa dei diritti umani.

Raffaele Callia

I cristiani del Libano, testimoni del Vangelo della carità

Sabato 25 gennaio, per la quarta volta in 38 anni, Terralba ha ospitato la marcia della pace. Testimone di questa edizione è stato mons. Cesar Essayan, Vicario apostolico della Chiesa latina in Libano, un Paese tristemente coinvolto nella guerra in atto tra lo Stato di Israele e Hezbollah, l’organizzazione paramilitare islamista sciita.

A conclusione della Marcia, che si è svolta lungo le vie del comune oristanese fino alla concattedrale di San Pietro, si è tenuto un momento di preghiera per la pace. A offrire una riflessione dai profondi contenuti evangelici e ricca di testimonianza personale è stato proprio mons. Essayan.

Nato il 27 maggio 1962 a Sayda, in Libano, dopo gli studi preliminari e secondari al Collegio dei Fratelli Maristi, ha seguito i corsi di Ingegneria presso l’Università “Saint Joseph”. Nel 1986 è entrato nell’Ordine francescano dei minori conventuali. Ha frequentato Filosofia e Teologia presso l’Università “San Bonaventura”, a Roma. Dopo il noviziato, a Padova, ha emesso i voti temporanei l’8 settembre 1988 e quelli perpetui il 21 settembre 1993. È stato ordinato sacerdote il 17 aprile 1993. Il 2 agosto 2016 (all’epoca Padre Essayan era Custode Provinciale del Libano), dopo la rinuncia di mons. Paul Dahdah, Papa Francesco lo ha nominato Vicario Apostolico di Bairut (Libano), assegnandogli la sede titolare vescovile di Mareotes.

Mons. Essayan, nella sua riflessione proposta in occasione della Marcia della pace, ha ricordato come proprio quest’anno ricorre il 50° anniversario dello scoppio della guerra civile in Libano, un piccolo Paese di soli 10.452 chilometri quadrati che ha saputo superare varie crisi – anche grazie alla presenza dei militari italiani, impegnati in missioni di pace – e fare della convivenza delle differenze culturali e religiose una caratteristica peculiare. Non a caso, ha ricordato mons. Essayan, «è stato definito da Papa Giovanni Paolo II come “un messaggio”, non solo per il Medio Oriente ma per il mondo intero». Ed è proprio quel “messaggio”, ha precisato il Vicario Apostolico del Libano, «che ancora oggi vogliamo annunciare e difendere: il messaggio di un Libano che rinasce dalle sue ceneri ogni volta che sanguina, fino a morire. Parlare del Libano e del suo popolo è raccontare la Salvezza che si attua quando il Vangelo viene preso sul serio, malgrado tutto».

Nella sua testimonianza mons. Essayan ha ricordato che in Libano, in tutti questi anni e anche recentemente «le porte delle chiese e degli istituti religiosi sono rimaste sempre aperte per tutti, senza distinzione di appartenenza religiosa e culturale». Guidati dal Vangelo della Carità i cristiani hanno dato prova di fedeltà all’insegnamento del Signore Gesù, accogliendo quanti hanno avuto bisogno; anche quando ciò è avvenuto in modo problematico e in circostanze di particolare tensione. Così è avvenuto anche recentemente nei confronti dei profughi del Sud del Libano, nelle settimane di conflitto con l’esercito israeliano.

L’auspicio, ha precisato mons. Essayan – il quale è nato in una famiglia armeno-ortodossa, è cresciuto nei Fratelli Maristi, ha frequentato la Chiesa maronita ed è imparentato con dei mussulmani – è che il Libano in questo 2025 possa continuare ad essere un “messaggio di pace” per tutto il mondo, secondo la definizione datane da San Giovanni Paolo II, proprio perché da sempre crocevia di tante fedi, di tante religioni, di tante culture e di tanti popoli.

Raffaele Callia

“Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”. XXXVIII Marcia della Pace (Terralba, 25 gennaio 2025)

Ancora una volta constatiamo la sciagura della guerra che avvolge il destino di milioni di persone in tutti i continenti: dall’Africa all’America, dall’Europa all’Asia, all’Oceania.

Sembra che nulla abbiamo imparato, che nulla vogliamo costruire: uomini e donne, bambini e anziani, tutti vittime dell’assurda ricerca del potere politico e militare, del benessere economico a discapito di altri, di sempre maggiori ricchezze finanziarie sulla pelle dei poveri.

Siamo circondati da tragedie senza fine, delle quali spesso riesce difficile anche comprendere il perché.

La pace non viene soltanto dai sottili fili tessuti dalle diplomazie di tutto il mondo, che sono certamente necessari a stabilire regole, indicare confini, presentare richieste e perorare cause. Essa nasce anche e soprattutto dalla riscoperta di valori umani fondamentali: solo l’amore e la comprensione reciproca, praticati a tutti i livelli e a qualunque costo, possono infatti dare un volto veramente umano alla pace.

Così le rivendicazioni dei popoli e dei poveri a livello internazionale si incrociano e si coniugano anche con i problemi della nostra terra di Sardegna: il lavoro sempre più povero, la povertà intergenerazionale, le difficoltà di tantissime persone ad avere accesso alle cure mediche garantite dallo Stato, la mancanza di sogni nei giovani e una speranza che si affievolisce, come se non fosse più capace di guardare al futuro con fiducia.

All’inizio del Giubileo del 2025 Papa Francesco chiede a tutti gli uomini di buona volontà di compiere tre gesti significativi:

“Anzitutto, riprendo l’appello lanciato da S. Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo dell’anno 2000, di pensare a una «consistente riduzione, se non proprio al totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte Nazioni». Riconoscendo il debito ecologico, i Paesi più benestanti si sentano chiamati a far di tutto per condonare i debiti di quei Paesi che non sono nella condizione di ripagare quanto devono. […] Inoltre, chiedo un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, perché ogni persona possa amare la propria vita e guardare con speranza al futuro, desiderando lo sviluppo e la felicità per sé e per i propri figli. Senza speranza nella vita, infatti, è difficile che sorga nel cuore dei più giovani il desiderio di generare altre vite. Qui, in particolare, vorrei ancora una volta invitare a un gesto concreto che possa favorire la cultura della vita. Mi riferisco all’eliminazione della pena di morte in tutte le Nazioni. […] Oso anche rilanciare un altro appello […] per le giovani generazioni, in questo tempo segnato dalle guerre: utilizziamo almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico” (Papa Francesco, Messaggio per la 58Giornata Mondiale della pace).

Con questo spirito vogliamo ancora una volta dire il nostro impegno nella ricerca della pace, nella costruzione del dialogo tra i popoli e anche all’interno della nostra società civile, perché la Marcia della pace possa essere l’inizio o la prosecuzione di un percorso di impegno quotidiano nelle nostre comunità ecclesiali, nelle comunità civili a tutti i livelli, nella politica, nel mondo dell’economia e della finanza: dappertutto si trovano uomini e donne di buona volontà e ovunque si può imparare a sedersi alla stessa tavola per riscoprirsi fratelli con un comune desiderio di bene, di serenità e di vita, da condividere con tutti, specialmente con chi non ha voce e resta ai margini della vita.

Avremo l’onore di ospitare in mezzo a noi Sua Ecc.za rev.ma Mons. César Essayan, Vicario apostolico dei Latini del Libano, e sarà un’occasione per ascoltare la sua preziosa testimonianza e pregare guidati da lui per la pace, specialmente in Medio Oriente.

Vi attendiamo a Terralba il 25 gennaio a partire dalle ore 15.00.

 

PROGRAMMA

ore 15 Raduno presso Istituto Superiore “De Castro”

(Via Rio Mogoro)

Arrivo presso la chiesa di San Pietro

(Piazza Cattedrale)

Veglia di preghiera

presieduta da S.E.R. Mons. César Essayan

Vicario Apostolico della Chiesa Latina in Libano

“Miracolo di Natale 2024”: i risultati della raccolta donata all’Emporio della Solidarietà di Iglesias

Grazie alla generosità di tante persone e associazioni che hanno confermato il loro impegno, prodigandosi con solerzia, l’iniziativa “Miracolo di Natale” (giunta a livello regionale alla XXVIII edizione) si è concretizzata nel 2024, anche a Iglesias, con un ottimo risultato. Il 19 dicembre, giorno in cui si è tenuto l’evento, sono stati conferiti all’Emporio della Solidarietà di Iglesias quasi 9.200 prodotti, caratterizzati da più di 60 tipologie differenti, fra cui: pasta, latte, passata di pomodoro, pomodori pelati, biscotti, legumi in scatola e secchi, tonno, zucchero, dolciumi, omogeneizzati e vari prodotti per bambini, riso, caffè, olio di semi e d’oliva, farina, marmellate, prodotti sott’olio, acqua, fette biscottate, tonno in scatola e carne in scatola; ma anche prodotti per l’igiene personale e domestica.

La manifestazione nasce a livello regionale da un’intuizione avuta da Gennaro Longobardi (in collaborazione con l’emittente televisiva “Sardegna Uno”) e da nove anni viene realizzata anche a Iglesias, grazie alla generosa partecipazione di un nutrito raggruppamento di volontari formato da associazioni, gruppi spontanei, scolaresche, artisti, forze dell’ordine, realtà istituzionali e semplici cittadini.

La Caritas diocesana di Iglesias, a nome delle diverse centinaia di beneficiari di tale raccolta, esprime sentimenti di gratitudine verso tutte le persone che si sono spese generosamente nel rendere possibile questa iniziativa. Per evitare di dimenticare qualcuno o qualche organizzazione, si esprime un generale grazie che abbraccia tutti coloro che si sono generosamente prodigati per la riuscita dell’iniziativa, all’insegna della disponibilità, del sacrificio, della collaborazione, del rispetto e della condivisione di valori quali la solidarietà e la fraternità.

A seguire l’elenco dettagliato dei prodotti donati per l’edizione 2024:

DESCRIZIONE PRODOTTI PEZZI
PASTA GR 500 VARI TIPI 3.033
LEGUMI GR 400 VARI TIPI 776
PELATI  GR 400 766
TONNO GR 80 VARI TIPI 737
LATTE LT 1 VARI TIPI 563
PASSATA DI POMODORO IN BOTTIGIA GR 750 483
ZUCCHERO  KG 1 466
RISO GR 500 VARI TIPI 271
OLIO DI SEMI LT 1 215
PELATI  GR 800 181
BISCOTTI VARI TIPI GR 400 152
FARINA  KG 1 124
FETTE BISCOTATE GR 700 119
PASTINE FARCITE 114
BISCOTTI VARI TIPI  GR 800 102
CAFFE’ GR 250 VARI TIPI 78
CARNE  SIMMENTHAL GR 80 75
LEGUMI SECCHI GR 500 67
SALE  KG1 67
PANETTONE CELL. 62
PANDORO   CART. 58
MIELE GR400 48
CRAKERS  GR 550 46
SUGHI PRONTI GR 400 44
SUCCHI DI FRUTTA  TRIS 40
PELATI   KG  2,5 31
OLIO EXTRA VERGINE LT1 30
B. SHIUMA  ML 750 30
PANNI BIMBO VARIE TG 29
PANCARRE’  GR 450 28
POLENTA  KG 1 24
GRISSINI  VARI 22
THE FILTRI 22
BEVANDE  LT 1 VARI TIPI 21
FREGOLA SARDA GR 500 20
RISO LIOFILIZZATO BST 18
PANETTONE CART. 15
CONCENTR.DI POMODORO 15
BIBITE  LT 1,5  VARI TIPI 15
MARMELLATA  GR 400 15
OLIO CONDIBEN LT1 14
OMOGENEIZZATI 13
OLIO DI OLIVA LT1 12
SUCCHI DI FRUTTA   LT1 12
CAMOMILLA FILTRI 12
PASTINA INFANZIA 11
DET. PIATTI LT1 10
BUDINI 8
SALVIETTE UMIDIFICATE 8
ASCIUGATUTTO BOBINA 8
DADO VEGETALE pz 10 7
ACETO LT 1 6
VERDURE SOTTO OLIO 6
PRODOTTI INFANZIA 5
SPAZZOLINI DENTI 5
DET.LAVATRICE  LT 1,5 5
DENTIFRICIO 4
CREMA CORPO  ML 75 4
DET.PAVIMENTI  LT1 3
FRUTTA SECCA VARI TIPI € 150,00
CIOCCOLATI  VARI € 300,00
GIFT CARD  MD € 300,00

 

Tutti i beni conferiti grazie al “Miracolo di Natale” vengono distribuiti alle famiglie bisognose attraverso l’Emporio della Solidarietà, un’innovativa opera-segno della Caritas diocesana, grazie alla quale si è evoluto il servizio di distribuzione dei beni di prima necessità.

Dal giorno dell’inaugurazione del servizio (13 giugno 2016) l’Emporio della Solidarietà, operativo a Iglesias in via Crocifisso 97 nei locali dell’Exmà, cerca di far fronte ai bisogni primari di molti nuclei familiari (ad oggi sono tra i 500 e i 600 i beneficiari diretti e indiretti aiutati in modo continuativo attraverso questo servizio). L’obiettivo principale del progetto è quello di dare alla famiglia o al singolo che si rivolge all’Emporio un aiuto concreto per superare una momentanea situazione di difficoltà, puntando alla piena autonomia e alla liberazione dal bisogno.

La Caritas diocesana

Al via due nuovi corsi di formazione della Caritas diocesana

Col nuovo anno la Caritas diocesana di Iglesias propone due nuovi percorsi di formazione per volontari: il corso base per nuovi operatori e il corso avanzato sull’ascolto. Si tratta di due proposte importanti per sostenere un servizio qualificato nella testimonianza della carità.

Clicca qui per avere maggiori informazioni sul nuovo corso base di formazione per volontari e operatori pastorali delle Caritas parrocchiali (sessione invernale 2025).

Clicca qui per avere maggiori informazioni sul corso di formazione avanzato sull’ascolto “Dalla comunicazione alla relazione”.

“Dalla comunicazione alla relazione”. Corso di formazione avanzato sull’ascolto

Il corso è rivolto in particolare: ai  volontari che hanno già effettuato il corso base e saranno impegnati in un servizio di ascolto; ai volontari che operano già nei Centri di ascolto e desiderano approfondire la propria preparazione.

A conclusione di ogni modulo il corso prevede l’assegnazione di esercitazioni, in continuità con la proposta formativa d’aula.

Il corso è interamente curato dal dott. Sergio Murgia, psicologo del lavoro, psicoterapeuta e collaboratore dell’équipe formatori della Caritas diocesana di Iglesias. Fra i temi proposti: comunicare per capire; ascoltare per comprendere; gli ostacoli dell’ascolto; uscire da sé per accogliere l’altro; percezione della realtà e relazione con l’altro; dall’ascolto empatico all’ascolto simpatetico. La durata di ogni modulo sarà di circa 3, 4 ore.

La Caritas diocesana propone una sessione invernale del corso per l’anno pastorale 2024-2025, che inizierà giovedì 23 gennaio 2025 presso l’Auditorium del Palazzo Vescovile, dalle ore 15.30.

A seguire le informazioni per l’iscrizione, le note logistiche e i contenuti dei moduli formativi:

MODULO TEMATICHE  DATA
1 Comunicare per capire

 

Giovedì 23 gennaio 2025
(ore 15.30)
2 Ascoltare per comprendere

 

Giovedì 30 gennaio 2025
(ore 15.30)
3 Gli ostacoli dell’ascolto

 

Giovedì 6 febbraio 2025
(ore 15.30)
4 Uscire da sé per accogliere l’altro

 

Giovedì 13 febbraio 2025
(ore 15.30)
5 Percezione della realtà e relazione con l’altro

 

Giovedì 20 febbraio 2025
(ore 15.30)
6 Dall’ascolto empatico all’ascolto simpatetico

 

Giovedì 27 febbraio 2025
(ore 15.30)

Clicca qui per scaricare il programma in pdf del corso.

Si chiede agli interessati di inviare le adesioni alla Segreteria della Caritas diocesana entro martedì 21 gennaio 2025 al seguente indirizzo di posta elettronica: segreteria@caritasiglesias.it; comunicando il nome, il cognome, il numero di telefono e la specificazione del corso al quale si aderisce: “Corso di formazione avanzato sull’ascolto”.

La Caritas diocesana

Nuovo corso base di formazione per volontari e operatori pastorali delle Caritas parrocchiali (sessione invernale 2025)

Quanti intendono impegnarsi a vario titolo nei diversi servizi caritativi dovrebbero maturare la consapevolezza che la fonte primigenia da cui scaturisce qualsiasi azione di prossimità è l’Amore di Dio. Caritas Christi urget nos, ci ricorda San Paolo (2 Cor 5,14): solo se si è realmente conquistati dall’Amore del Signore Gesù il nostro agire è mosso in direzione del prossimo e del bene comune. Per promuovere e far progredire questa consapevolezza, la Caritas diocesana propone anche per il 2024/2025 alcune sessioni formative per nuovi volontari e operatori pastorali delle Caritas parrocchiali. La formazione è parte essenziale e irrinunciabile del volontariato in Caritas e serve a far crescere la testimonianza comunitaria della carità, la quale si sviluppa anche nella misura in cui cresce il numero di persone formate alla carità; vale a dire di testimoni capaci di vivere nella quotidianità uno stile di vita impregnato di carità cristiana.

La Caritas diocesana propone un tipo di formazione che intende favorire la promozione della testimonianza comunitaria della carità. Si tratta di una dimensione essenziale: una delle principali modalità attraverso cui esprimere e realizzare la funzione prevalentemente pedagogica. Inoltre la formazione è un investimento per le comunità in quanto contribuisce allo sviluppo dell’agire Caritas in forme consone ai tempi e ai bisogni (cfr. art. 1 dello statuto), ad ogni livello.

A tale scopo la Caritas diocesana propone una seconda sessione per l’anno pastorale 2024-2025 del “Corso base” di formazione, che inizierà mercoledì 22 gennaio 2025 presso l’Auditorium del Palazzo Vescovile, dalle ore 15.30.

A seguire le informazioni per l’iscrizione, le note logistiche e i contenuti dei moduli formativi:

MODULO TEMATICHE  DATA
1 Conoscenza dei partecipanti.  Una conoscenza personale su “che cos’è la testimonianza della Carità e che cosa non è; quali sono i motivi che ci spingono a fare volontariato”. “Ogni uomo è una storia sacra”. Lavoro di gruppo a partire da un contributo video.

 

Mercoledì 22 gennaio 2025
(ore 15.30-18.30)
2 Elementi teologico-pastorali, aspetti costitutivi e identitari sulla Caritas, partendo dalla Sacra Scrittura e dai documenti: Evangelizzazione e Testimonianza della Carità; La Carta pastorale; La Caritas parrocchiale. Mercoledì 29 gennaio 2025
(ore 15.30-18.30)
3 Cinquant’anni di Caritas, a partire dall’art. 1 dello Statuto (la “prevalente funzione pedagogica”). Testimonianze video di vari direttori e altri protagonisti in 50 anni di servizio. L’ascolto come dimensione propedeutica a qualunque servizio caritativo.

 

Mercoledì 5 febbraio 2025
(ore 15.30-18.30)
4 L’osservazione del disagio attraverso l’ascolto delle storie di vita. Come ascoltare le richieste, leggere i bisogni e orientarsi negli interventi. L’importanza di lavorare in rete.  Come lasciare “traccia” dell’ascolto delle storie di vita. Il Centro di Ascolto: funzione e compiti (Come testimoniare la carità nella comunità). Spunti per la progettazione socio-pastorale.

 

Mercoledì 12 febbraio 2025
(ore 15.30-18.30)
5 L’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse: funzione e compiti. Accenni su Ospoweb e Ospo risorse (Quale aiuto per la comunità; quale animazione possibile). Dal locale al globale, dalla carità alla giustizia: l’educazione alla giustizia, alla pace e alla mondialità (il GDEM, funzioni e compiti). Gestione e rendicontazione amministrativa delle risorse.

 

Mercoledì 19 febbraio 2025
(ore 15.30-18.30)
6 Ascoltare Osservare e Discernere per animare la comunità. Privacy, tutela dei minori e degli adulti vulnerabili (secondo le indicazioni di Caritas Internationalis e Caritas Italiana). Verifica sul corso e indicazioni su possibili ambiti di impegno per il futuro.

 

Mercoledì 26 febbraio 2025
(ore 15.30-18.30)
7 Visita ad alcune “Opere segno“ della Caritas diocesana, accompagnati dagli operatori esperti.

 

Data e orario da definire

Clicca qui per scaricare il programma in pdf del corso.

Si chiede agli interessati di inviare le adesioni alla Segreteria della Caritas diocesana entro martedì 21 gennaio 2025 al seguente indirizzo di posta elettronica: segreteria@caritasiglesias.it; comunicando il nome, il cognome, il numero di telefono e la specificazione del corso al quale si aderisce: “Corso base”.

La Caritas diocesana

Si rinnova l’evento “Miracolo di Natale” (19 dicembre 2024)

Anche quest’anno si è rinnovato l’evento promosso da Gennaro Longobardi. L’iniziativa si è tenuta in contemporanea a Cagliari, Alghero, Bosa, Burcei, Carbonia, Carloforte, Decimomannu, Domusnvas, Elmas, Guasila, Iglesias, Maracalagonis, Monserrato, Nuoro, Olbia, Porto Torres, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Sassari, Selargius, Sestu, Tortolì, Villacidro, Villamassargia e Villaputzu.

Le donazioni raccolte a Iglesias e a Carbonia, frutto della generosità di tante persone, organizzazioni, imprese, associazioni e realtà istituzionali ed ecclesiali, sono state destinate rispettivamente all’Emporio della Solidarietà e al Centro unico di raccolta e distribuzione viveri.