Auguri di buona Pasqua
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In formazione continua. Ultimato il corso base per animatori Caritas della Forania di Iglesias
Il giorno 8 Marzo 2023, con la visita alle opere segno, si è concluso il corso base per animatori pastorali delle Caritas parrocchiali della Forania di Iglesias. Erano presenti, per la città di Iglesias, sette persone di quattro parrocchie diverse; una persona di Domusnovas; una persona di Fluminimaggiore e tre persone provenienti dalla Forania di Sant’Antioco (essendo il corso comunque aperto a tutta la diocesi).
L’itinerario formativo si è svolto con cadenza settimanale per un totale di sei incontri; cinque moduli tenuti nei locali del Seminario vescovile e un incontro conoscitivo delle principali “opere segno” presenti in Iglesias: Centro di ascolto “Marta e Maria”, Centro di ascolto “Il pozzo di Giacobbe”, il Servizio di sostegno economico, la Casa di prima accoglienza e il dormitorio “Santo Stefano”, l’Emporio della solidarietà e gli Orti solidali di comunità.
Durante i vari incontri i partecipanti hanno avuto modo di capire meglio che cosa è la Caritas e come opera. Partendo dal presupposto che ogni persona è una storia sacra e proprio per questo è degna di essere accolta, ascoltata e aiutata, si è poi arrivati a scoprire le radici dell’ascolto nella Parola di Dio e ci si è confrontati con alcuni documenti della Chiesa italiana: Evangelizzazione e testimonianza della Carità; Da questo vi riconosceranno (la Caritas parrocchiale) e Lo riconobbero nello spezzare il pane (La carta pastorale). Questi documenti hanno rimarcato come la parrocchia, anche con l’aiuto della Caritas parrocchiale, debba diventare un luogo familiare che aiuta a portare nelle case della gente l’amore di Dio attraverso la testimonianza comunitaria della Carità, facendo in modo che i poveri siano i primi insegnanti: «Prima di essere Chiesa per i poveri, ci è richiesto di essere Chiesa con i poveri e soprattutto Chiesa povera» (Da questo vi riconosceranno, n. 26).
Quanti hanno partecipato al corso hanno avuto modo di conoscere, attraverso alcuni testimoni che già operano nei servizi segno, che cosa è un Centro di ascolto e come si svolge il volontariato. Inoltre, hanno avuto modo di capire meglio che cosa fa la Caritas anche attraverso l’Osservatorio delle povertà e delle risorse, uno strumento che la Chiesa diocesana si è dato per far conoscere a tutta la comunità le varie forme di povertà presenti sul territorio e far sì che si possano programmare, attraverso le risorse presenti, dei percorsi idonei per promuovere un cambiamento di mentalità e di contrasto delle povertà.
Anche l’attenzione ai minori e le persone vulnerabili è stato un argomento sul quale abbiamo avuto modo di riflettere secondo le indicazioni date dalla Santa Sede, da Caritas Internationalis e da Caritas Italiana. Si tratta di temi particolarmente delicati rispetto ai quali bisogna prestare la massima attenzione, soprattutto per la presenza nei vari servizi di persone vulnerabili, facendoci ricordare che chi viene a chiedere aiuto è Cristo stesso che si fa presente attraverso i poveri e gli ultimi.
In conclusione, quanti hanno partecipato hanno espresso un giudizio più che favorevole su tutto l’itinerario e hanno sottolineato che gli argomenti trattati erano poco conosciuti o sconosciuti del tutto. Hanno inoltre chiesto di poter partecipare in seguito ad altri incontri formativi su alcuni argomenti che hanno interessato maggiormente e che non è stato possibile sviluppare (trattandosi appunto di un corso base). Inoltre, hanno auspicato che tanti altri possano partecipare in futuro a dei percorsi formativi per essere davvero più sensibili verso l’accoglienza e il sostegno ai più poveri.
Anche l’équipe che si occupa di formazione in seno alla nostra Caritas diocesana ha espresso un giudizio molto soddisfacente per come è andato l’itinerario. L’augurio è che ai prossimi itinerari formativi molte più persone possano formarsi e coinvolgere di più le rispettive comunità alla testimonianza della carità. Così facendo ciascuna Caritas parrocchiale assume «il compito di suscitare proposte intelligenti ed efficaci volte a favorire la comprensione e l’attivazione del collegamento vitale tra l’annuncio della Parola, la celebrazione dei sacramenti e la testimonianza della carità; in altre parole si pone al servizio della crescita di una pastorale unitaria e organica tra catechesi, liturgia e carità» (Da questo vi riconosceranno, n. 31).
È in questo modo che la Caritas parrocchiale assume una piena consapevolezza del proprio ruolo pedagogico per la comunità, animandola alla testimonianza della carità.
Aldo Maringiò
La prevalente funzione pedagogica dei progetti “8xmille” della Caritas diocesana
Sotto il profilo socio-educativo ciò che certamente ha contrassegnato l’annualità 2022 del progetto Emporio della solidarietà fa riferimento al percorso formativo rivolto ai beneficiari del servizio, attraverso il quale ci si è proposti di qualificare i percorsi di accompagnamento, nonché di conseguire i seguenti obiettivi di carattere educativo: generare processi di partecipazione sociale e potenziamento di sé; facilitare la riflessione sulle rappresentazioni personali, con un’ottica generativa sui temi del protagonismo sociale; favorire la partecipazione delle risorse umane, volontari e non, operative presso il servizio dell’Emporio.
La metodologia adottata è stata quella valida nella formazione dei giovani e degli adulti, con opzione preferenziale per il metodo cosiddetto del World Cafè, che comporta un gioco di ruolo secondo i principi del circle time. Nell’esperienza di questo primo anno l’applicazione del metodo ha consentito di costituire 3 tavoli di confronto, ognuno seguito da un moderatore. L’attività è stata accompagnata da un osservatore, il cui compiuto principale era quello di prestare attenzione allo svolgimento delle dinamiche e di riportare all’équipe di monitoraggio le impressioni emerse.
I gruppi, formati in modo non casuale, sono stati pensati in modo eterogeneo per provenienza ed estrazione. Questi, per mezzo di una dinamica guidata, che rimanda al criterio dell’immedesimazione, sono stati incoraggiati a cimentarsi in un dibattito della durata effettiva di pochi minuti. Conclusosi il tempo dedicato al dibattito e all’individuazione della parola chiave di sintesi i partecipanti venivano invitati a spostarsi ad un altro tavolo, affiancandosi ad altri gruppi, così da migliorare ulteriormente lo scambio e dare impulso all’attività.
È nostro convincimento che l’attività comunicativa e gli aspetti ludici siano funzionali a generare domande costruttive, sovente le uniche in grado di definire risposte e obiettivi di miglioramento o revisioni dell’immaginario prevalente.
Per quanto concerne il progetto degli Orti solidali di comunità va chiarito che la funzione di accompagnamento socio-educativo è ormai da un biennio in capo a una figura professionale. Nell’anno 2022 abbiamo voluto insistere sugli aspetti di appropriatezza nelle relazioni interpersonali tra i beneficiari del progetto, curando in particolare il tema della comunicazione efficace. Da questo punto di vista le azioni messe in campo hanno prodotto soluzioni valide per il miglioramento degli indicatori d’impatto, attraverso l’attuazione di percorsi individuali.
Più in generale, l’obiettivo classico del progetto non è solo la partecipazione attiva al lavoro, ma la promozione di apprendimenti che, in una prospettiva di abilitazione, possano essere proficuamente elaborati in senso personale e relazionale. Su questa dimensione registriamo l’attenzione di alcune realtà istituzionali, fra cui il Distretto del PLUS di Iglesias e l’UIEPE (Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna) di Cagliari, con cui sono operative prassi che prevedono per i destinatari una fase di formazione caratterizzata da obiettivi comuni e da obiettivi e percorsi diversificati legati ai profili individuali, con l’adeguamento delle singole competenze al contesto lavorativo. La formazione professionale, specificatamente finalizzata all’inserimento lavorativo nel contesto produttivo, adottando le cosiddette sperimentazioni simulative o compensative, sta consentendo l’acquisizione di competenze tecniche e metodi per il raggiungimento di obiettivi trasversali, quali, ad esempio, l’integrazione tra l’attività lavorativa e l’offerta territoriale di servizi sociali, educativi, assistenziali, sanitari, formativi e occupazionali. A fronte di situazioni familiari e condizioni economiche molto frammentate, come quelle che si palesano, riteniamo che le forme d’aiuto capaci di tenere uniti i due aspetti di aiuto materiale ed educativo vadano a integrare e a rispondere in modo completo ai molteplici bisogni di cui sono portatrici le persone.
In questo sfondo concettuale si può riconoscere anche il progetto denominato Una chiave spalanca l’orizzonte, avviato nel 2022 e ancora oggi operativo. Il progetto cerca di offrire una risposta all’emergenza sanitaria connessa alla pandemia, che ha prodotto, anche sul territorio, gravi ricadute sui nuclei familiari e sui minori. Questi ultimi, in particolare, hanno risentito dell’isolamento sociale e della distanza fisica, manifestando condizioni di maggiore fragilità socio-relazionale rispetto agli adulti: le difficoltà imposte dalla didattica a distanza hanno aumentato il rischio di dispersione scolastica, di povertà educativa e di marginalizzazione; allo stesso modo la depressione e l’ansia generalizzata sono divenuti problemi comuni tra gli adolescenti, così come i disturbi di alterazione nel ritmo sonno veglia, le crisi di ansia, la dipendenza dalla tecnologia e il ritiro sociale. Seppure con una certa variabilità, la maggior parte delle famiglie e degli operatori ascoltati in seno al progetto ha potuto confermare quale impatto abbia avuto la pandemia sull’equilibrio ragazzi, evidenziando marcati peggioramenti delle condizioni psicologiche.
Il progetto ha voluto offrire a questa platea di ragazzi la possibilità di agire in un contesto affascinante, nuovo e mediato dalla presenza di altri giovani senior con funzioni educative. La prevalente funzione pedagogica ha rappresentato l‘occasione per far sì che essi accedessero alle proprie rappresentazioni, lavorando sui legami affettivi e rimettendo in moto il processo evolutivo. L’attività creativa e l’utilizzo di differenti linguaggi espressivi proposti dalle cosiddette botteghe esperienziali è divenuto il mezzo utile a risvegliare in loro un dialogo interiore, ridando vitalità a una riflessione sulla crescita e sui cambiamenti che comporta diventare grandi.
Nella realizzazione del progetto è possibile certificare il raggiungimento di importanti obiettivi, primo fra tutti il fatto che i minori inseriti nel progetto hanno ripreso la frequenza a scuola. La stesura di un protocollo condivido di corresponsabilità, inoltre, ha permesso di diminuire al minimo l’incidenza di comportamenti e linguaggi violenti; mentre, a livello metodologico, si è riusciti a lavorare per strutturare abilità collegate alle discipline su cui sono incentrati i laboratori: alcuni tra i partecipanti sono in grado di imbastire in autonomia un capo di abbigliamento, scrivere una storia di fantasia, progettare un manufatto in 3D, disegnare su grandi superfici, utilizzare i programmi di grafica, ecc.
Il progetto “Una chiave spalanca l’orizzonte” ha rivelato come la dimensione creativa e quella immaginifica, così come la libertà di espressione, si rivelano mezzi rigenerativi e riabilitanti, giacché consentono ai minori di mettersi in contatto con la propria interiorità, scoprendo, talvolta, dentro di sé, abilità e competenze insospettabili, come tali generalizzabili in diversi ambiti della vita.
Simone Cabitza
“Miracolo di Natale 2022”. I risultati della raccolta donata all’Emporio della Solidarietà di Iglesias
Anche l’edizione 2022 del cosiddetto “Miracolo di Natale” ha stimolato la generosità di tante persone e organizzazioni prodigatesi per la migliore riuscita dell’iniziativa. Oltre 11.000 prodotti raccolti (di quasi 50 tipologie differenti) hanno contrassegnato questa edizione, fra cui pasta, pelati, legumi, tonno in scatola, latte, biscotti, caffè, riso, ecc. La manifestazione si è svolta venerdì 16 dicembre, tagliando il 26° traguardo di un evento ideato da Gennaro Longobardi (in collaborazione con l’emittente televisiva “Sardegna Uno”) che da sette anni, oltre che a Cagliari e in altre città, viene realizzata anche a Iglesias grazie alla generosa partecipazione di un nutrito raggruppamento di volontari formato da associazioni, gruppi spontanei, scolaresche, artisti e semplici cittadini. Quest’anno, per la prima volta, l’iniziativa è stata realizzata anche a Carbonia.
La Caritas diocesana di Iglesias, a nome delle diverse centinaia di beneficiari di tale raccolta, esprime sentimenti di gratitudine verso tutte le persone che si sono spese generosamente nel rendere possibile questa iniziativa. Per evitare di dimenticare qualcuno o qualche organizzazione, si esprime un generale grazie che abbraccia tutti coloro che si sono generosamente prodigati per la riuscita dell’iniziativa, all’insegna della disponibilità, del sacrificio, della collaborazione, del rispetto e della condivisione di valori quali la solidarietà e la fraternità.
A seguire l’elenco dettagliato dei prodotti donati presso i locali dell’Exmà di Iglesias.
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Tutti i beni conferiti grazie al “Miracolo di Natale” vengono distribuiti alle famiglie bisognose attraverso l’Emporio della Solidarietà, un’innovativa opera-segno della Caritas diocesana, grazie alla quale si è evoluto il servizio di distribuzione dei beni di prima necessità.
Dal giorno dell’inaugurazione del servizio (13 giugno 2016) l’Emporio della Solidarietà cerca di far fronte ai bisogni primari di molti nuclei familiari (ad oggi sono alcune centinaia le persone aiutate attraverso questo servizio). I prodotti alimentari più consumati sono: pasta, latte, legumi, passata di pomodoro, pelati, cibi in scatola (come tonno o carne), alimenti per neonati, biscotti, fette biscottate e zucchero. A seguito di un’apposita autorizzazione rilasciata dall’Azienda Sanitaria Locale, sono disponibili anche i prodotti “freschi”, quali formaggi, burro e insaccati. Il servizio permette anche la dotazione di prodotti per l’igiene personale e domestica e dallo scorso anno anche articoli di cancelleria scolastica.
L’Emporio della Solidarietà si trova in uno degli spazi dell’ex mattatoio comunale ed è nato dalla collaborazione tra la Caritas diocesana di Iglesias (che ne ha promosso il progetto), le Caritas parrocchiali, il Volontariato Vincenziano, il Terz’Ordine Francescano e la Sodalitas (tutti nella città di Iglesias).
Caritas diocesana
La diocesi di Iglesias vicina ai terremotati di Siria e Turchia
Nel cuore della notte di lunedì 6 febbraio, nella zona di confine tra la Turchia e la Siria, un terribile terremoto di magnitudo 7,9 ha provocato morte e distruzione.
La zona coinvolta dal terremoto è molto profonda (circa 20 chilometri) e ampia; alcuni centri in Turchia, infatti, sono apparsi da subito difficili da raggiungere. Le stesse difficoltà si registrano anche sul versante siriano, con l’aggravante delle proibitive condizioni provocate da 12 anni di guerra civile (e dai problemi di sicurezza nel far giungere i soccorsi), dalla conseguente situazione di precarietà che grava sugli sfollati e dal fatto che oltre l’80% della popolazione vive in condizione di povertà.
Oltre al dramma delle molte vite umane perdute a causa del sisma si aggiungono anche i danni provocati ai tanti monumenti ed edifici di valore storico.
Non sono mancate le risposte internazionali in termini di soccorso immediato, con interventi di protezione civile e forniture mediche. Fin dal primo momento la Conferenza episcopale italiana ha deciso lo stanziamento di 500.000,00 euro dai fondi dell’otto per mille, manifestando la vicinanza concreta e il cordoglio della Chiesa italiana, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti.
Oltre a partecipare con la preghiera, la diocesi di Iglesias, con il suo Amministratore apostolico, il cardinale Arrigo Miglio, ha da subito espresso la propria vicinanza alle popolazioni colpite. Domenica 12 febbraio è stata indetta una prima colletta diocesana, cui hanno fatto seguito diverse donazioni conferite dalle parrocchie e dai singoli fedeli.
La Caritas diocesana di Iglesias ha già provveduto a trasferire alla Caritas italiana il frutto delle collette raccolte in diocesi, per un importo complessivo pari a euro 20.180,00.
Euro |
% | |
Parrocchie/Congregazioni/Chiese non parrocchiali | 15.432,35 | 77,4 |
Privati | 1.800,00 | 8,9 |
Caritas diocesana | 2.767,65 | 13,7 |
Totale trasferito alla Caritas Italiana nella data sopra indicata | 20.180,00 | 100,0 |
La visita dell’Amministratore apostolico ad alcune opere segno della Caritas diocesana
Pensata e programmata il 6 dicembre scorso, la visita del cardinale Arrigo Miglio, Amministratore apostolico della diocesi di Iglesias, ad alcune opere e servizi segno promossi dalla Caritas diocesana, si è realizzata giovedì 12 gennaio, con un’appendice significativa domenica 15, alla Casa di prima accoglienza. Per il vescovo è stata senz’altro una straordinaria occasione per ritornare con la memoria alla sua esperienza episcopale iniziata trent’anni prima proprio nella diocesi di Iglesias, quando – insieme al direttore della Caritas diocesana dell’epoca – gettò le basi per l’organizzazione di un organismo che aveva maturato già vent’anni di storia a livello nazionale ma che come nuovo strumento di pastorale della carità, con prevalente funzione pedagogica, stava sorgendo nella diocesi di Iglesias in coincidenza con l’inizio del suo ministero episcopale.
Accompagnato per tutta la giornata dall’attuale direttore della Caritas diocesana e da un suo collaboratore, il vescovo ha iniziato la sua visita dagli Uffici della Caritas e da alcuni servizi presenti in episcopio, incontrando anzitutto gli operatori del Servizio di sostegno economico di Iglesias, i quali hanno espresso al vescovo «la piena positività e gratitudine al Signore per l’esperienza maturata in tanti anni di volontariato, mettendo a disposizione le competenze acquisite in ambito bancario». Con molta attenzione e discrezione, il vescovo ha posto domande specifiche sulle problematiche relative ai contatti con quanti chiedono aiuto e sul funzionamento specifico del servizio, tenuto conto delle difficoltà che da tempo si protraggono nel nostro territorio a causa della grave crisi socio-economica. La visita è proseguita nella stanza di fronte, ove da diversi anni operano in giorni distinti il Centro di ascolto diocesano “Marta e Maria” e il Centro di ascolto per stranieri “Il Pozzo di Giacobbe”. Come rilevato dai referenti e dai volontari dei due servizi, «questa visita è stata accolta con tanta gioia. Il vescovo ha ascoltato tanti di noi, si è soffermato senza fretta dimostrando curiosità, interesse ed incoraggiando con parole efficaci e chiare, sensibilizzandoci con spirito di prossimità. Tutti siamo stati arricchiti, non solo per la gioia dell’incontro ma anche per la ricchezza
degli stimoli – anche operativi – che ha generato. Accogliere quest’incontro è stata un’occasione preziosa per crescere nella comunione con tutta la Chiesa diocesana, promuovendo una nostra testimonianza verso tutti nella fedeltà al Vangelo».
Dall’episcopio ci si è poi spostati nei locali dell’Exmà di Iglesias, ove è presente il servizio caritativo promosso dalla Caritas diocesana e denominato “Emporio della solidarietà”, che dal 2016, grazie ai fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica, opera mettendo in rete le parrocchie di Iglesias, il volontariato vincenziano, il Terz’ordine francescano e Sodalitas. Dopo aver ascoltato e osservato attentamente la modalità attraverso cui si svolge il progetto (il giorno della visita il servizio era operativo), la referente e gli operatori dell’Emporio hanno avuto la possibilità di un breve confronto con il vescovo, raccomandando le sue preghiere «affinché non venga mai meno la forza e la volontà di servire con umiltà e tanto amore chi è meno fortunato di noi».
Da Iglesias ci si è poi spostati a Carbonia, con la visita e l’incontro dei volontari del Servizio di sostegno economico, del Centro di ascolto e del Centro unico di raccolta e distribuzione di prodotti di prima necessità. Giunti ai locali di via Satta, il vescovo ha avuto modo di incontrare il referente e gli operatori del Servizio di sostegno economico di Carbonia, intrattenendosi con loro in modo cordiale e manifestando profonda attenzione e partecipazione per quanto è stato riferito sulle problematiche affrontate, il metodo e i criteri del servizio adottato, volto a fronteggiare le tante fragilità economiche, finanziarie e legali che si presentano ogni giorno. Prima di congedarsi da loro – sottolinea il referente del servizio – il vescovo «ha esortato gli operatori a perseverare nel compito svolto con spirito caritatevole». Nella stanza vicina il vescovo ha poi incontrato la referente e alcuni operatori volontari del Centro di ascolto interparrocchiale di Carbonia “Madonna del buon consiglio”, ai quali «ha rivolto un cordiale saluto e parole di ringraziamento per il servizio prestato. Entrato quasi in punta di piedi – come rivela la referente del Centro di ascolto – il vescovo ha dato vita a un momento molto significativo ed emozionante, mostrando un interesse concreto per le difficili realtà esistenti nel territorio. Ha voluto conoscere le problematiche delle persone che chiedono aiuto, informandosi sulle diverse povertà, sia economiche che spirituali. Inoltre, ha condiviso la consapevolezza delle difficoltà nel trovare le soluzioni per taluni problemi, nonostante la proficua collaborazione con le parrocchie della Forania di Carbonia e con le istituzioni locali».
Dalla sede di via Satta ci si è poi spostati in via Lubiana, dove da diverso tempo opera il Centro unico di raccolta e distribuzione di generi di prima necessità: un servizio promosso dalla Caritas diocesana in collaborazione con le parrocchie di Carbonia e da queste sostenuto oramai dal 2009. Ad accogliere il vescovo il referente del servizio, unitamente ad alcuni volontari e ad alcuni parroci della città. La visita è servita per illustrare l’opera ed esporre le modalità di erogazione a beneficio di circa 320 persone residenti nel Comune di Carbonia e che vivono una condizione di vulnerabilità dovuta per lo più alla mancanza di lavoro. Come riferisce il coordinatore di tale servizio, «le persone vengono segnalate dal Centro di ascolto “Madonna del buon consiglio”, che è sempre in stretto contatto con le parrocchie, le quali vengono prese in carico non solo per un aiuto alimentare ma anche per un sostegno economico, legale, psicologico, ecc.». La visita al Centro unico è stata anche l’occasione per precisare al vescovo che si è in attesa «di un locale più rispondente alla tipologia del servizio offerto alla comunità, per il quale le sette Caritas parrocchiali, ogni mese, fanno grandi sacrifici».
A seguire ci si è spostati in località Tallaroga, nella tenuta affidata alla Fraternità laicale della Casa di Nazareth. In quella sede si è ritrovata tutta l’équipe Caritas diocesana, per condividere fraternamente il pranzo e vivere l’esperienza di un confronto aperto sui servizi e i progetti in corso. In quella stessa sede è stato possibile far conoscere al vescovo il progetto “Una chiave spalanca l’orizzonte”, che vede la Caritas diocesana capofila di un partenariato composito, costituito dal servizio di Neuropsichiatria infantile della ASSL di Iglesias, dalla Pastorale giovanile della diocesi, dalla stessa Fraternità laicale della Casa di Nazareth e dall’Agenzia formativa IAL Sardegna. Il progetto, illustrato al vescovo dal referente, è in atto diversi mesi e vede coinvolti 16 adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni che vivono un periodo di affaticamento psicologico, aggravatosi a causa della pandemia e del lockdown. Il vescovo si è intrattenuto e si è voluto confrontare con i ragazzi del progetto e con i loro mentori. Alcuni ragazzi, vincendo la timidezza, hanno spiegato in maniera dettagliata alcune delle attività svolte all’interno della cosiddetta “officina creativa”: creazione di graffiti, stampe su magliette, utilizzo dell’attrezzatura informatica, laboratorio musicale e creazione di modelli di oggetti attraverso l’uso della stampante 3D. Hanno mostrato anche alcune magliette stampate con i propri nomi e altri disegni. Si è trattato di un momento molto significativo e anche in quest’occasione il vescovo ha dimostrato grande interesse per i giovani presenti e per le attività svolte, ponendo diverse domande. L’incontro si è poi concluso con la messa in opera di un oggetto con la stampante 3D.
Di seguito si è passati al terreno di Monti Santu, ove trova luogo da alcuni anni il progetto “Orti solidali di comunità”, attraverso cui si offrono spazi di socialità e percorsi di professionalizzazione a quanti fanno richiesta di aiuto ai Centri di ascolto di Iglesias, anche grazie a un tutor esperto in agricoltura che ha avuto modo di spiegare punti di forza e potenzialità del progetto al vescovo.
Domenica 15 il vescovo ha avuto poi modo di visitare i locali e il terreno attiguo alla Casa di prima accoglienza e al dormitorio, accolto da un buon numero di volontari ritrovatisi a festeggiare il XXVI anniversario di fondazione di questo servizio di accoglienza. La preghiera, lo scambio fraterno e la condivisione del pranzo hanno permesso di fare memoria di questa preziosa opera di accoglienza a servizio del territorio diocesano, ininterrottamente attiva, per grazia di Dio, da oltre un quarto di secolo. La Caritas diocesana, con tutti i suoi volontari e operatori, unitamente al direttore e a tutta l’équipe, è grata a mons. Miglio per aver voluto favorire questa ricca esperienza di vicinanza.
La Caritas diocesana
nelle persone di Pierpaolo Obino, Anna Franca Manca, Anna Rita Caria, Alberto Loi, Filomena Santeufemia, Giovanni Busia, Simone Cabitza, Emanuela Frau, don Roberto Sciolla e Raffaele Callia
Progetto di servizio civile all’estero “Giovani in azione ad Atene – 2022” (scadenza 10 febbraio)
Il progetto “Giovani in azione ad Atene – 2022”, promosso dalla Caritas diocesana di Udine, si pone in linea con la volontà dell’Unione Europea di dare sostegno a “coloro che la pandemia ha privato di molte opportunità, come incontrarsi e fare nuove amicizie, conoscere ed esplorare nuove culture”. Il 2022 è stato infatti designato come “l’Anno europeo dei giovani” e in questa occasione si è chiesto a tutta la Comunità Europea di impegnarsi maggiormente nell’ascolto e nella promozione di opportunità a sostegno dello sviluppo personale, sociale e professionale dei ragazzi e adolescenti.
Anche in Grecia, con particolare riferimento alla capitale Atene che rappresenta l’area più densamente popolata di tutto il territorio, si rileva un aumento delle vulnerabilità dei giovani ed una molteplicità di dimensioni in cui queste si manifestano. Tra queste ultime si evidenziano quella sanitaria e psico-emotiva, colpite duramente da una pandemia che è stata capace di sconvolgere la vita dei giovani e dei bambini in modo del tutto nuovo e repentino.
La Caritas diocesana di Iglesias ritiene di dover segnalare tale opportunità per promuovere, anche tra i giovani della diocesi iglesiente e dell’intera regione Sardegna, un’occasione che vede la possibilità di rafforzare il progetto di gemellaggio in corso tra la Delegazione regionale Caritas della Sardegna, la Caritas del Vicariato apostolico di Salonicco e la Caritas nazionale greca (Caritas Hellas), attraverso l’esperienza di servizio civile.
Il progetto, della durata di 12 mesi, prevede la selezione di 4 giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni.
Se sei interessata/o ad impegnarti in attività di animazione con i giovani in Grecia scarica la scheda di progetto dal sito www.caritasudine.it/cosa-puoi-fare-tu/sc
Il bando scade il 10 febbraio 2023 alle ore 14:00.
Corso base di formazione per operatori delle Caritas parrocchiali della Forania di Iglesias (gennaio-febbraio 2023)
Per promuovere, cioè far progredire, dare incremento e impulso a qualcosa, quindi favorire e incoraggiare, una delle attività che la Caritas diocesana propone è la formazione. Essa serve a far crescere la testimonianza comunitaria della carità, la quale si sviluppa anche nella misura in cui cresce il numero di persone formate alla carità; di testimoni capaci di vivere nella propria quotidianità uno stile di vita impregnato di carità cristiana.
La Caritas diocesana propone un tipo di formazione che integra, alimenta ed è alimentata dalla sua azione pastorale di promozione della testimonianza comunitaria della carità. È quindi una sua dimensione essenziale, una delle principali modalità attraverso cui esprime e realizza sé stessa nella funzione prevalentemente pedagogica. Inoltre la formazione è un investimento per le comunità, in quanto contribuisce allo sviluppo dell’agire Caritas in forme consone ai tempi e ai bisogni (cfr. art. 1 dello statuto) ad ogni livello.
A tale scopo la Caritas diocesana propone un itinerario formativo, in modo particolare per la Forania di Iglesias, (se qualche parrocchia di altre Foranie è interessata ad inviare delle persone può aderire comunque) che inizierà il 23 gennaio 2023 nei locali del Seminario vescovile di Iglesias, dalle ore 15.30 alle 18.30.
A seguire le altre date: 30 gennaio; 6 febbraio; 13 febbraio; 20 febbraio; 27 febbraio (tutti gli incontri si svoleranno nei locali del Seminario vescovile).
Si chiede agli interessati, preferibilmente segnalati dai propri parroci, di inviare le adesioni alla Segreteria della Caritas diocesana al seguente indirizzo di posta elettronica: segreteria@caritasiglesias.it; comunicando il nome, il cognome e il numero di telefono.
La Caritas diocesana
Il 17 gennaio 2023 l’incontro tra il direttore di Caritas Italiana e la Delegazione regionale Caritas Sardegna
Il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha incontrato la Delegazione regionale Caritas Sardegna martedì 17 gennaio 2023. Presenti il Vescovo incaricato della CES, mons. Giovanni Paolo Zedda, il delegato regionale, Raffaele Callia, i direttori delle Caritas sarde e le relative équipe diocesane. L’iniziativa è servita a sviluppare un confronto sulla base del “Piano di percorsi di pastorale della carità 2023-2027”, nell’ambito degli incontri con le Delegazioni regionali delle Caritas in Italia promossi da Caritas Italiana, che hanno preso avvio il 17 gennaio proprio con l’incontro in Sardegna. A seguire l’intervista di Maria Chiara Cugusi, referente comunicazione Caritas Sardegna, a don Marco Pagniello.
“Insieme sulla via degli ultimi, secondo lo stile del Vangelo, con creatività”: le tre vie indicate da Papa Francesco per i 50 anni di Caritas Italiana guidano il piano pastorale che quest’ultima intraprenderà nei prossimi cinque anni, al centro dell’incontro svoltosi ieri, tra il direttore don Marco Pagniello e la Caritas Sardegna, rappresentata dai direttori e dalle équipe delle Caritas diocesane.
In cosa consiste il piano pastorale che Caritas Italiana intende intraprendere nel prossimo quinquennio?
Si tratta di un piano di percorsi pastorali da intraprendere “con i poveri”, non solo “per i poveri”, partendo da loro, rendendoli protagonisti della loro vita, della loro storia, che deve essere di promozione, di libertà dalla miseria per far sì che siano autonomi e inclusi nelle nostre comunità, nei luoghi di partecipazione, di servizio delle Caritas, delle équipe diocesane. E poi c’è il tema di non fare da soli, ma insieme alle altre realtà ecclesiali che hanno a cuore l’annuncio del Vangelo, portando le nostre istanze, risorse, possibilità. Ci sono tanti giovani, lontani dalle nostre parrocchie, che farebbero volentieri servizio accanto ai poveri: essi dovrebbero essere aiutati a rileggere l’esperienza fatta per scoprire come la carità e l’amore hanno come fonte Dio stesso. Dunque, Caritas che farà lo sforzo di una conversione interiore per uscire dal rischio dell’autoreferenzialità, per fare la propria parte non solo nei propri compiti più stretti ma per essere costruttori di Chiesa. Il tutto con creatività, che non significa fare cose nuove, ma rileggere le opere costruite in tanti anni per chiederci se oggi riescono a essere “parlanti di Vangelo”.
Quale il contributo Caritas nel percorso sinodale?
Per condividere il sogno di una Chiesa che sa parlare, incrociare la vita di tanti, dobbiamo partecipare oggi al cammino sinodale, facendo la nostra parte perché siamo portatori di un’esperienza bella che è quella dell’ascolto anche di mondi lontani, perché il nostro stile di lavoro in tante occasioni è sinodale. Si tratta di condividere quanto già facciamo soprattutto in quella che sarà la lettura sapienziale dell’ascolto, ma anche nella parte profetica, affinché ci sia l’attenzione agli ultimi, con uno stile che non deve insegnare ma semplicemente condividere la propria esperienza di vita.
Quali le prossime sfide?
La lotta alle diseguaglianze: quanto stiamo vivendo, dalla pandemia alla guerra in Ucraina alle tante guerre nel mondo, ci dice come si allargano i divari tra nord e sud del mondo, dell’Italia, tra regioni, città, aree della stessa città, e dobbiamo saper leggere e fare la nostra parte per contrastare l’aumento di queste diseguaglianze. Poi ci sono tutte le emergenze che rischiano di non essere più tali: penso alla questione dei migranti affrontata per anni in un clima emergenziale, e che oggi, anche a causa dei cambiamenti climatici, va affrontata con politiche ordinarie, lungimiranti che non tengano conto solo del luogo in cui si vive ma siano capaci di guardare oltre. Ancora, i volti nuovi della povertà, perché sempre di più ci sono nuovi fratelli e sorelle che si ritrovano sotto la soglia della povertà sia relativa sia assoluta, che si rivolgono a noi e ci chiedono di essere accolti e accompagnati in maniera diversa rispetto a come abbiamo sempre fatto.
In che modo si colloca l’azione di advocacy?
Dando ai poveri non solo voce, ma anche spazio, affinché siano loro stessi a raccontarsi, a dire ciò che è importante per loro. Misure di contrasto alla povertà pensate bene, soprattutto applicate bene, dove ognuno deve fare la propria parte: l’obiettivo non è semplicemente quello di un aiuto alla sussistenza, ma la promozione umana, tenendo conto delle peculiarità di ciascuno: non tutti sono pronti a rientrare nel mondo del lavoro, non tutti potranno lavorare nella loro vita, quindi l’attenzione alla persona, al singolo, è fondamentale anche in queste misure.
Grati al Signore per il dono della vita e del ministero petrino di Benedetto XVI
Da più parti giunge il cordoglio per la morte di Benedetto XVI, avvenuta l’ultimo giorno del 2022, alle ore 9.34. Per chi opera nel servizio della testimonianza della carità, del suo alto magistero resta il lascito fecondo della sua prima enciclica, Deus caritas est, nella quale si precisa che l’amore di Dio per noi «è questione fondamentale per la vita e pone domande decisive su chi è Dio e chi siamo noi», sottolineando come «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva». L’incontro con il Signore Gesù e con il suo amore è, dunque, il fondamento del servizio caritativo.
Quanti operano nei servizi caritativi sono grati al Signore per il dono della vita e del ministero petrino di Papa Benedetto XVI.