Auguri di buon Natale dalla Caritas diocesana di Iglesias
Si svolgerà a San Gavino Monreale il 29 dicembre 2022 la XXXVI Marcia della Pace, che dopo due anni di pandemia, ritorna a essere svolta in presenza, organizzata dal Comitato promotore, insieme alla Delegazione regionale Caritas Sardegna, alla Caritas diocesana di Ales-Terralba, al CSV Sardegna Solidale, all’Unità Pastorale di San Gavino Monreale e al Comune di San Gavino Monreale.
Il titolo riprende quello del messaggio di Papa Francesco per la 56ma Giornata mondiale della Pace che si celebrerà il 1 gennaio 2023 “Nessuno può salvarsi da solo”, in cui il Santo Padre sottolinea comela solidarietà e fraternità siano le risposte alle emergenze provocate dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, una “sconfitta per l’intera umanità”.
«Il tempo della pandemia – si legge nell’appello del Comitato promotore – ci aveva sollecitato a cercare risposte condivise ai problemi sanitari, alla solitudine delle persone, alla mancanza di lavoro, ma ora il continuo rumore dei cannoni ci sprona a chiedere ancora una volta che si cerchino soluzioni pacifiche alle controversie internazionali con la testimonianza del nostro camminare insieme. “È insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi” (Papa Francesco, Messaggio per la 56a Giornata mondiale della Pace). Anche la nostra terra di Sardegna continua a soffrire problemi endemici: la mancanza di lavoro, l’abbandono scolastico, il ruolo marginale delle donne nella società, l’inverno demografico, la carenza di infrastrutture, le dipendenze». Come afferma il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace, continua il Comitato, «dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti; promuovere azioni di pace per mettere fine ai conflitti e alle guerre che continuano a generare vittime e povertà; prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico; combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà. Lo scandalo dei popoli affamati ci ferisce. Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società».
L’iniziativa prevede alle ore 17.00 il raduno in piazza Marconi (piazzale Chiesa Santa Chiara); a seguire, alle 17.30 si svolgerà la fiaccolata silenziosa verso la Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù; successivamente si terrà la veglia di preghiera per la pace (nella stessa Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù) presieduta da S.E. Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano e Vescovo di Ales-Terralba durante la quale ci saranno alcune testimonianze di pace dal territorio, tra cui quelle delle comunità ucraine. L’iniziativa vedrà anche la presenza del Comitato promotore, delle istituzioni locali, delle associazioni, delle delegazioni delle Caritas diocesane della Sardegna, del mondo della scuola e del volontariato. La Marcia sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube Caritas Sardegna.
L’Italia continua ad essere il Paese delle eterne emergenze, degli imprevisti sovente prevedibili e dei rischi naturali troppo spesso associati ad irresponsabili politiche urbanistiche, accompagnate dall’immancabile abusivismo edilizio. Il copione si ripete di tragedia in tragedia, mettendo a nudo la fragilità del nostro paesaggio e svelando l’ipocrisia di una retorica che piange i morti e i feriti ma che non è in grado di governare responsabilmente un territorio. Un’Italia devastata dall’incuria, deturpata dall’ingordigia della speculazione edilizia, abbandonata all’indifferenza generale, almeno fino alla prossima tragedia.
A Casamicciola Terme, nell’isola di Ischia, le piogge torrenziali hanno innescato una gigantesca frana che ha travolto cose e persone, giungendo fino al mare. Una tragedia che ha prodotto distruzione e morte, in un territorio già segnato gravemente dai ritardi nella ricostruzione del dopo terremoto del 2017, a causa del quale ci furono due vittime e oltre 3.000 sfollati, alcuni dei quali vivono ancora in condizioni di precarietà abitativa.
Negli stessi giorni in cui risuonava ancora l’eco trionfalistica per la capacità delle barriere del Mose di evitare che Venezia venisse sommersa dall’alta marea, a Casamicciola si è ripetuto un disastro di natura eccezionale inserito in un quadro di ordinaria incuria ambientale. La narrazione giornalistica ha insistito molto sulla catastrofe locale in termini di eccezionalità degli eventi atmosferici, richiamando in termini generici alla responsabilità in ordine a una cattiva pianificazione strategica del territorio, frutto di scelte dettate da convenienze contingenti più che da una visione lungimirante.
Sabato 3 dicembre, il presidente e il segretario generale della CEI hanno espresso la solidarietà della Chiesa italiana al vescovo della diocesi di Ischia, mons. Gennaro Pascarella, unendosi alla preghiera per le vittime e per i loro familiari. Da un comunicato della Caritas Italiana si apprende che la rete Caritas si è attivata da subito per offrire sostegno morale e psicologico alle famiglie sfollate, con una attenzione particolare nei confronti dei più piccoli e dei più vulnerabili, in attesa dell’operatività del piano della Protezione civile. Il primo punto di riferimento per l’accoglienza degli sfollati è attualmente il Centro “Giovanni Paolo II”, attraverso cui le persone vengono poi indirizzate agli alberghi del territorio che hanno dato disponibilità.
Proprio il vescovo di Ischia, in un messaggio pubblicato in occasione dell’evento drammatico del 26 novembre, ha fatto appello al dovere di fermarsi, dopo la tempesta del dolore, e riflettere con franchezza sulle cause umane del disastro: «Abbiamo fatto tutta la nostra parte – chiede mons. Pascarella –, perché questo evento non fosse un disastro annunciato? Ora è tempo della vicinanza, del prendersi cura, della condivisione, della prossimità. Ci sono persone ferite e sfollate, c’è chi si è visto risucchiare i suoi cari dalla furia delle acque e del fango. Essi vogliono sentire la nostra vicinanza, fatta non tanto di parole, ma di gesti concreti». Ciononostante, afferma mons. Pascarella, «davanti ai nostri occhi ci sono immagini, che abbiamo visto, anche se in modo meno drammatico, altre volte e che mai avremmo voluto rivedere!».
Difficile, in queste ore, parlare di cura del territorio e prevenzione. Tuttavia, la necessaria solidarietà che arriva da tante parti d’Italia non deve far dimenticare l’appello alla responsabilità che giunge da Casamicciola e da tante altre parti di un’Italia troppo spesso ferita dalle mani dell’uomo.
Raffaele Callia
A leggere i dati dell’ultimo Rapporto Oxfam Italia (pubblicato a gennaio di quest’anno), dal titolo La pandemia della disuguaglianza, sembrerebbe che il Covid abbia moltiplicato la sperequazione a livello globale. Nel corso degli ultimi due anni, infatti, i 10 uomini più ricchi del pianeta hanno più che raddoppiato i propri patrimoni (passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari); nello stesso periodo, invece, 163 milioni di persone sono divenute povere a causa della pandemia. Si pensi che il fondatore e presidente di Amazon – la cui ricchezza è cresciuta oltre ogni misura proprio durante la pandemia –, in questi due anni ha guadagnato più di 81 miliardi di dollari: una cifra corrispondente al costo completo stimato della vaccinazione (con tre dosi) per l’intera popolazione mondiale. In quest’oceano di sperequazione i 10 super-ricchi del pianeta detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, costituito da oltre 3 miliardi di persone.
Le disuguaglianze, dunque, hanno continuato a crescere allargando il divario preesistente tra Nord e Sud del pianeta. Non solo: le disuguaglianze sono molto cresciute anche nelle democrazie avanzate, soprattutto a partire dagli anni Ottanta del Novecento. La globalizzazione economica e l’innovazione tecnologica da un lato; un certo tipo di relazioni industriali e le politiche di contenimento delle risorse spese per il welfare dall’altro lato, hanno senza dubbio accelerato tale processo. Peraltro, le conseguenze della pandemia e l’invasione dell’Ucraina a fine febbraio 2022 hanno contribuito ad aggravare il quadro generale.
La disuguaglianza continua a costituire una sorta di ferita aperta anche in Italia, con la persistenza di un’ampia disparità fra i troppo ricchi e i troppo poveri: una disuguaglianza cristallizzatasi nel corso degli anni e in grado di determinare una sostanziale immobilità sociale ed economica, con un conseguente divario nella distribuzione del reddito che colpisce maggiormente le fasce più deboli. Tutto ciò si è tradotto in una condizione di sostanziale ingiustizia, la cui percezione di ineluttabilità è all’origine dei sentimenti di rabbia e di rancore sociale sviluppatisi in questi ultimi anni.
Stando alle stime elaborate recentemente da “Sbilanciamoci”, un think tank cui fanno riferimento diverse organizzazioni, si calcola che i 2.000 italiani più ricchi del Paese detengano una ricchezza superiore a quella dei 25.000.000 italiani più poveri: una sola di queste persone più ricche detiene il patrimonio di 15.000 poveri. Attraverso diverse fonti, fra cui il Global Wealth Report dell’Istituto di ricerca “Credit Suisse” (Global Wealth Report 2022. Leading perspectives to navigate the future), si arriva a stimare che i più ricchi detengano un quarto della ricchezza totale del Paese, mentre una trentina di anni fa ne detenevano “soltanto” il 17,0%. Lo 0,01% più ricco d’Italia (pari a 5.000 persone) avrebbe nelle proprie mani il 7,0% della ricchezza nazionale e un patrimonio medio di 128 milioni di euro.
Il tema delle disuguaglianze è sempre più al centro del dibattito pubblico e della riflessione scientifica, non solo sul versante della letteratura specialistica internazionale ma anche in ambito italiano, divenendo oggetto di confronto ampio e dialettico per molti studiosi, i quali hanno prodotto analisi e ricerche di particolare rilievo anche in questi ultimi anni.
Come ha scritto Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della VI Giornata mondiale dei poveri, la povertà che uccide «è la miseria, figlia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d’uscita. È la miseria che, mentre costringe nella condizione di indigenza estrema, intacca anche la dimensione spirituale, che, anche se spesso è trascurata, non per questo non esiste o non conta». La questione decisiva rimane dunque quella riguardante la giustizia sociale, la quale rende quanto mai urgente e inderogabile la lotta alle disuguaglianze.
Raffaele Callia
Lunedì 7 novembre 2022, in vista della VI Giornata mondiale dei Poveri indetta da Papa Francesco, alle ore 9 nella sala Benedetto XVI del Seminario Arcivescovile di Cagliari (via mons. Cogoni, 9) si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del XVII Report regionale su povertà ed esclusione sociale 2022 e del VI Rapporto annuale 2022 “Di padre in figlio”. Contrastare la trasmissione della povertà intergenerazionale in Sardegna. Attività, progetti ed esperienze formative realizzati dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna.
Verranno esaminate le problematiche emergenti relative alla povertà e ai bisogni rilevati sul territorio regionale nel 2021/2022, sulla base dei dati forniti dai Centri d’ascolto delle Caritas diocesane della Sardegna, strumenti privilegiati di incontro e osservazione del disagio. Il Rapporto di quest’anno contiene un approfondimento quantitativo e qualitativo sul tema della trasmissione della povertà intergenerazionale in Sardegna.
Oltre all’analisi delle povertà, verrà fornita anche la descrizione di alcune risposte progettuali proposte dalle Caritas diocesane dell’Isola per il contrasto della cosiddetta “ereditarietà generazionale” della povertà.
Saluti
S.E. Mons. Giuseppe BATURI, Arcivescovo della diocesi di Cagliari e Segretario generale della CEI
Interventi
Presentazione del XVII Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2022
Raffaele CALLIA, Delegato regionale Caritas Sardegna e Responsabile del Servizio studi e ricerche della Caritas regionale
Illustrazione del VI Rapporto annuale 2022, dal titolo “Contrastare la trasmissione della povertà intergenerazionale in Sardegna. Attività, progetti ed esperienze formative”
Maria Chiara CUGUSI, Referente del Servizio Comunicazione della Caritas regionale
Coordina
Don Marco LAI, direttore della Caritas diocesana di Cagliari
Indicazioni dell’Amministratore apostolico e della Caritas diocesana
per vivere personalmente e comunitariamente la
Sesta Giornata mondiale dei poveri
Domenica 13 novembre 2022, XXXIII domenica del Tempo Ordinario, anche la nostra Chiesa diocesana è chiamata a celebrare la sesta Giornata mondiale dei poveri, guidata dal messaggio del Papa dal titolo “Gesù Cristo si è fatto povero per voi (2 Cor 8,9)”.
Anche per la nostra comunità si propongono occasioni di riflessione, gesti di solidarietà e momenti di preghiera, per i poveri e con i poveri.
Preghiera per i poveri e con i poveri
Per quanto possibile, nelle celebrazioni eucaristiche del 12 e del 13 novembre si esorta a condividere il messaggio del Santo Padre Francesco. In ogni caso si raccomanda di sviluppare una particolare attenzione a questi temi durante le celebrazioni eucaristiche, contemplando delle specifiche intenzioni nella preghiera dei fedeli (attraverso questo link è possibile scaricare una proposta di formulario).
Si invitano alla partecipazione tutti i fedeli, in particolare gli operatori pastorali della Carità.
Inoltre, si propone alle comunità cristiane di promuovere delle adorazioni eucaristiche e di partecipare alla veglia di preghiera diocesana, che si terrà:
Prossimità concreta per i poveri e con i poveri
Ognuno è invitato a lasciarsi coinvolgere con impegno non solo nella riflessione e nella preghiera ma anche nella solidarietà per i poveri, stando con loro. In questa prospettiva, si esorta affinché nelle celebrazioni eucaristiche, prefestive e festive, le collette siano indirizzate al sostegno dei poveri delle comunità parrocchiali (valorizzando in particolare i servizi caritativi presenti) e del Fondo di Solidarietà diocesano. Si rammenta che quest’ultimo viene regolarmente adoperato per sostenere il microcredito rivolto a famiglie in difficoltà e incoraggiare piccole imprese, oltre che, sul fronte dell’occupazione, per favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Sappiamo bene come questo tempo di prova datoci dalla crisi pandemica e da quella energetica stia generando nuove fragilità anche tra i fratelli e le sorelle della nostra Diocesi.
Si esorta a promuovere collette alimentari in tutte le parrocchie della Diocesi, destinandole alle famiglie bisognose delle rispettive comunità parrocchiali, anche in questo caso valorizzando in particolare i servizi caritativi presenti (Caritas parrocchiali, volontariato vincenziano, ecc.). Le parrocchie delle Foranie di Iglesias, Carbonia, Sant’Antioco e Sulcis potranno anche destinare i viveri raccolti ai rispettivi Emporio della Solidarietà (Iglesias) e Centri unici di raccolta e distribuzione (Carbonia, Sant’Antioco e Narcao). Inoltre, si esorta a valorizzare anche iniziative che possano provenire dalla comunità civile e che ci ricordano il compito di dialogare e collaborare anche con altre realtà del territorio che si impegnano sul versante della solidarietà e del bene comune.
Maggiore consapevolezza sui poveri e sulle povertà
Con l’iniziativa “Vieni e vedi” si invitano i parroci a promuovere tra i fedeli delle rispettive comunità parrocchiali delle visite presso alcune delle opere-segno promosse nella nostra Chiesa diocesana. Alcune di esse, infatti, rimarranno appositamente aperte in determinati giorni e orari per consentire, attraverso il dialogo con i volontari presenti, di “venire e vedere” secondo l’esortazione evangelica. A seguire i servizi disponibili:
Si coglie l’occasione per ricordare che l’elenco completo dei servizi caritativi è consultabile al seguente link:
https://www.caritasiglesias.it/contatti/
Tra le iniziative di prossimità concreta per i poveri e con i poveri, si segnala “La settimana della solidarietà” organizzata dalle Caritas parrocchiali di Carbonia. In tutte le parrocchie di Carbonia, da lunedì 7 a domenica 13 novembre 2022, in occasione della VI Giornata mondiale dei poveri, si procederà ad una raccolta di prodotti di prima necessità da destinarsi alle famiglie più bisognose della città di Carbonia. In ciascuna parrocchia si potranno portare generi alimentari a lunga conservazione, prodotti per la pulizia della casa e per l’igiene personale. Le donazioni saranno poi conferite al Centro di raccolta e distribuzione viveri Caritas di Carbonia (in via Lubiana, 174) e saranno distribuiti alle oltre 130 famiglie che mensilmente affluiscono al Centro.
Il Centro Caritas, costituito nel 2009 dalle sette Caritas parrocchiali della città, è impegnato con numerosi volontari nel venire incontro alle esigenze di tante famiglie del territorio. Ultimamente, per diversi motivi, i prodotti che provenivano dalla Comunità europea, attraverso i fondi gestiti da AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), e FEAD (Fondo europeo per le famiglie in estremo stato di indigenza), arrivano in maniera sempre più dilazionata; per questo motivo si fa appello alla sensibilità di tutti, per condividere quanto possibile con coloro che ne hanno bisogno.
Il tema delle povertà è assai complesso e, come ci insegnano gli studi e le ricerche esistenti, è un fenomeno multidimensionale. Sentiamo dunque l’urgenza di sviluppare una maggiore consapevolezza, anzitutto umana ed esperienziale, attraverso l’incontro quotidiano con quanti, con la propria debolezza e fragilità, esprimono il volto del Signore Gesù. Altrettanto importante è l’avere contezza della portata del fenomeno nella sua complessità, anche attraverso il servizio di quanti, all’interno della Chiesa, come nel caso della Caritas, ascoltano e osservano sistematicamente il disagio dei nostri fratelli e sorelle. A questo proposito si segnala che la Delegazione regionale della Caritas, il 7 novembre p.v., presenterà a Cagliari il “Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna 2022” (disponibile da quel giorno sul portale www.caritassardegna.it). Il tema di approfondimento dell’edizione di quest’anno è la trasmissione intergenerazionale della povertà.
Iglesias, 31 ottobre 2021
Circa 400 partecipanti provenienti dalle Caritas parrocchiali delle varie diocesi sarde a cui si aggiungono i volontari della Caritas diocesana Tortoli hanno partecipato lo scorso sabato al XII Convegno regionale delle Caritas parrocchiali “Guidati dal Vangelo, insieme agli ultimi, con creatività”. Convegno coordinato dal delegato regionale Caritas Sardegna Raffaele Callia che ha ricordato le nuove sfide che interpellano la Caritas, all’indomani della pandemia, della guerra in Ucraina e sullo sfondo del percorso sinodale della Chiesa in Italia, segnato anche dal 50mo anniversario di Caritas italiana. In apertura dei lavori, mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei, e presidente della Conferenza episcopale sarda ha salutato i presenti, volontari e operatori delle Caritas parrocchiali e diocesane sarde. A seguire si è data lettura del messaggio di saluto del presidente della Regione, Christian Solinas, mentre il saluto di benvenuto è stato rivolto dal sindaco di Tortolì Massimo Cannas che ha ringraziato il vescovo per la attenzione e per la crescita delle comunità, ricordando ruolo insostituibile della Caritas nel territorio.
Ancora l’introduzione del vescovo emerito di Iglesias e incaricato della CES per il servizio della Carità mons. Giovanni Paolo Zedda (connesso da remoto) che ha ripreso alcuni passaggi del messaggio di Papa Francesco per la VI Giornata mondiale dei poveri, indetta per il prossimo 13 novembre. «Dobbiamo lasciarci guidare dal Vangelo- ha detto- per essere disponibili a un cambiamento, evitando la trappola del “si è sempre fatto cosi”, imparando a vivere la comunità con spirito sinodale e a guardare la storia a partire dai poveri».
A seguire le tre relazioni sulle tre vie indicate dal Papa in occasione del 50mo anniversario di Caritas Italiana, quella sulla “via del Vangelo” affidata al biblista Michele Antonio Corona, che ha messo in luce alcune parole chiave, tra cui l’annuncio, la parola e l’azione secondo lo stile evangelico, il servire che è amare, l’importanza della comunità attraverso cui perseguire tale via. Ancora Suor Anna Cogoni ha parlato della “via degli ultimi”, raccontando anche le esperienze concrete portate avanti accanto alle donne vittime di violenza, ai padri separati, opere che nate dall’incontro diretto e concreto con il bisogno.
E poi la via della creatività raccontata da due giovani Valentina Musina e Angelo Arcadu, impegnati attivamente nella Diocesi di Nuoro in diverse esperienze di servizio accanto ai fragili, che hanno evidenziato quello che può essere il ruolo dei giovani nel portare nuove idee, rinnovare l’impegno Caritas in continuità con quanto fatto finora, innescando allo stesso tempo percorsi di cambiamento.
Dopo, i partecipanti delle varie Caritas parrocchiali, suddivisi in gruppi, hanno riflettuto sui contributi offerti la mattina cercando di delineare i possibili scenari futuri per la Caritas. In chiusura, ha emozionato il pubblico l’esibizione della cantante Manuela Mameli, accompagnata con la chitarra di Massimo Satta. Gli applausi fragorosi hanno chiuso una serata ricca di scambi di esperienze e spunti di riflessione.
Tratto da www.caritassardegna.it
Domenica 9 ottobre, presso la parrocchia Santo Stefano a Quartu Sant’Elena, alla ricorrenza della 72° giornata nazionale per le vittime degli incidenti del lavoro promossa dall’Anmil (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) erano presenti anche le animatrici di comunità del Progetto Policoro della diocesi di Iglesias. La giornata è stata aperta dai saluti dell’arcivescovo di Cagliari, Mons. Baturi, ai quali ha fatto seguito la celebrazione della Santa Messa.
A seguito della celebrazione si è svolto un incontro intitolato “Per un lavoro senza ferite”, aperto dal saluto delle autorità. All’evento erano presenti il presidente provinciale dell’ANMIL, Antonio Piredda, il direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Cagliari, il diacono Ignazio Boi e, a nome del Comune di Quarto, la dott.ssa Rita Murgioni (presidente del Consiglio comunale). Inoltre, era presente il dott. Giuseppe Pintor, presidente provinciale dell’INAIL.
L’impegno dell’ANMIL è volto anche a sensibilizzare l’opinione pubblica, media e istituzioni, sul drammatico fenomeno degli infortuni sul lavoro. L’iniziativa si è svolta sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica. Lo stesso Presidente Mattarella ha scritto un messaggio di ringraziamento all’Anmil per l’impegno con cui assiste e sostiene i lavoratori, ricorando l’importanza di questa giornata: “La Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro è occasione preziosa per richiamare l’attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica. L’affermazione dei diritti sui luoghi di lavoro, primo quello alla vita, oltre che essere un termometro della vita civile, è un generatore di valore per la società, per i lavoratori, per le imprese”.
La mattinata si è conclusa con la consegna degli attestati, i distintivi d’onore Inail e la targa in memoria di Pietro Steri, ex minatore
ed associato dell’ANMIL, in ricordo della sua scomparsa.
Aurora Fonnesu
«Nella sua prima Lettera Enciclica, Deus Caritas est, il Santo Padre Benedetto XVI ci ricorda come il programma dei cristiani, di ogni cristiano, debba comprendere anche un impegno quotidiano nel far pulsare ‘un cuore che vede’: un cuore capace di vedere ‘dove c’è bisogno di amore’ e agire ‘in modo conseguente’ (n. 31). Quel cuore pulsante e vivo nella bimillenaria storia della Chiesa trova espressione, ancora oggi, nei tanti modi di essere vicini a chi soffre, a chi vive una condizione di fragilità materiale e spirituale, a quanti, in vario modo, manifestano un bisogno d’amore; quel bisogno che si coglie in maniera incisiva anche nelle nostre comunità ecclesiali […]. Il “cuore che vede” è il cuore delle nostre comunità cristiane. Un cuore che, anche grazie al servizio delle Caritas diocesane e parrocchiali, si impegna quotidianamente nell’ascolto dei poveri, nell’osservazione delle povertà e nel necessario discernimento alla luce del Vangelo».
Con queste parole il vescovo Giovanni Paolo, in qualità di vescovo delegato dalla Conferenza episcopale sarda per il servizio della carità, firmò la sua presentazione al Rapporto 2007 su povertà ed esclusione sociale in Sardegna, proprio nel suo primo anno di ministero episcopale nella nostra diocesi. Queste parole ci ricordano l’attenzione con cui egli ha sempre seguito il tema delle povertà, in un territorio che ha vissuto e continua a vivere una crisi profondissima sotto il profilo non solo sociale ed economico, assicurando un impegno generoso sul versante pastorale della testimonianza della Carità. Un impegno incessantemente rinnovato sia negli anni in cui è stato direttore della Caritas diocesana don Roberto Sciolla sia negli anni seguenti, in cui non ha fatto mai mancare una costante accoglienza e disponibilità all’ascolto, non solo degli operatori, dei volontari e dello stesso direttore della Caritas, ma delle molte persone che, di volta in volta, nel susseguirsi degli anni, hanno continuato a bussare alla porta dell’episcopio per chiedere una parola di conforto, un parere e una mano concreta d’aiuto.
Dal primo anno di episcopato mons. Zedda ha sempre garantito la sua presenza premurosa anche agli incontri della Delegazione regionale Caritas della Sardegna, in un ambito pastorale divenuto nel tempo sempre più impegnativo e che ha visto crescere il servizio delle dieci Caritas diocesane dell’Isola sia in termini quantitativi (con progetti, servizi, coordinamenti, convegni, emergenze, ecc.) sia qualitativi. Come a livello diocesano, anche a livello regionale sono stati anni complessi e faticosi, dalla decennale crisi economico-finanziaria avviatasi proprio all’inizio del suo episcopato fino ad arrivare alle sfide più recenti: la pandemia, con le sue conseguenze sociali ed economiche e, più recentemente, l’inflazione e il rincaro del costo energetico, in uno scenario di grande incertezza derivante dalla guerra nel cuore dell’Europa.
L’annuncio comunicato ufficialmente giovedì 6 ottobre da Mons. Zedda e dal cancelliere vescovile al clero diocesano, ai religiosi, alle religiose e ai responsabili degli uffici diocesani, convocati alle ore 12.00 nell’auditorium del palazzo vescovile in Iglesias, ha fatto venire in mente tutti questi anni trascorsi insieme e rende necessarie, in queste ore, le dovute espressioni di gratitudine per il nostro Pastore da parte di tutti gli operatori e i volontari della Caritas diocesana, col suo direttore. In pari tempo, al cardinale Arrigo Miglio, che come Amministratore apostolico è chiamato dal Santo Padre a guidare il percorso che condurrà all’arrivo del nuovo vescovo, la Caritas diocesana esprime gli auguri di un buon servizio pastorale.
«Il servizio offerto quotidianamente in favore dei poveri, in seno alla Chiesa sarda e in particolare alla Caritas, – scriveva mons. Zedda nella citata presentazione del Rapporto 2007 della Delegazione regionale – sia sempre spinto dall’amore di Cristo e guidato dalla fede in Lui. Come ci ricorda il Santo Padre, al numero 33 della sopraccitata Enciclica, chi ama Cristo «ama la Chiesa e vuole che essa sia sempre più espressione e strumento dell’amore che da Lui promana». Come operatori impegnati nel servizio di testimonianza della Carità continueremo a fare nostra questa esortazione, con l’aiuto del Signore. Ancora grazie al nostro vescovo Giovanni Paolo.
La Caritas diocesana
Sabato 29 ottobre 2022 dalle ore 9.30 alle 17 nell’Auditorium Fraternità presso la sede della Caritas diocesana a Tortolì (via Papa Giovanni Paolo II) si svolgerà il XII Convegno regionale delle Caritas parrocchiali “Guidati dal Vangelo, insieme agli ultimi con creatività” organizzato dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna.
«Il Convegno – spiega Raffaele Callia, delegato regionale Caritas Sardegna – si colloca in un contesto caratterizzato dal cammino sinodale della Chiesa, dal mandato del Santo Padre in occasione del 50mo di Caritas Italiana (la via degli ultimi, del Vangelo e della creatività) celebrato nel giugno 2021, ma anche dal perdurare delle difficoltà legate alla pandemia e dallo scenario di una guerra nel cuore dell’Europa, con tutte le sue conseguenze geopolitiche, sociali, culturali, economiche ed ecclesiali». In tale contesto «l’iniziativa – continua il delegato – ha l’obiettivo di proseguire e sviluppare ulteriormente la riflessione e la rilettura dell’impegno, delle attività formative e promozionali, delle opere e dei servizi delle Caritas parrocchiali e diocesane sarde in continuità con quanto emerso dal 42mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane, svoltosi a Rho (Milano) nel giugno 2022. I risultati del Convegno regionale saranno messi a disposizione, in termini di analisi e soprattutto proposte, del cammino sinodale delle diocesi sarde».
Dopo l’accoglienza dei partecipanti e i saluti di Mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei e presidente della Conferenza episcopale sarda, di Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna, di Massimo Cannas, sindaco di Tortoli, ci sarà la preghiera e la lectio a cura di Mons. Antonello Mura e l’introduzione di Mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo emerito di Iglesias e incaricato per il Servizio della Carità della Conferenza episcopale sarda sul tema “Gesù Cristo si è fatto povero per voi (2 Cor 8,9)”. Seguiranno gli interventi di Michele Antonio Corona, biblista su “La via del Vangelo”; di Suor Anna Cogoni, Figlia della Carità di San Vincenzo su “La via degli ultimi”; di Valentina Musina e Angelo Arcadu (diocesi di Nuoro) su “La via della creatività”.
Nel pomeriggio si svolgeranno i lavori di gruppo unitari sulle tre vie proposte al mattino, concentrando l’attenzione sul tema “La Caritas parrocchiale del futuro: cosa smettere di fare, cosa iniziare a fare, cosa continuare a fare, cosa ridurre/diminuire”; a seguire, il momento musicale curato da Manuela Mameli e il confronto conclusivo su “Possibili sentieri per proseguire il percorso nell’ambito del comune cammino sinodale” a cura di Raffaele Callia, delegato regionale Caritas Sardegna.
Il convegno sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube Caritas Sardegna.
Le richieste di iscrizione da parte delle Caritas parrocchiali vanno segnalate alla Caritas diocesana entro e non oltre domenica 16 ottobre, chiamando allo 0781.33999 o scrivendo a segreteria@caritasiglesias.it.
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