La Caritas diocesana è l’Organismo pastorale della Diocesi di Iglesias costituito al fine di aiutare la comunità a promuovere la testimonianza dell’amore di Dio. Ha una prevalente funzione pedagogica e agisce in collaborazione con altri organismi, in forme consone ai bisogni e ai tempi, avendo a cuore lo sviluppo integrale della persona, interrogandosi sulle cause che determinano i bisogni e contribuendo a costruire la giustizia sociale e la pace.
Un po’ di storia
Nel primissimo periodo della sua costituzione (anni ’70), la Caritas diocesana di Iglesias fu affidata alla direzione di don Angelo Pala (1923-2013). A lui si devono i primi passi nel passare alla nuova proposta pastorale della carità, dopo lo scioglimento della Pontificia Opera Assistenza (POA). Fu lui a promuovere le prime azioni che hanno visto alcune raccolte in denaro e in beni, soprattutto in occasione di alcune calamità, fra cui il terremoto in Campania, e il coinvolgimento di giovani volontari in azioni concrete legate alle stesse emergenze.
Nel settembre 1993, in un quadro di nuovo assetto pastorale complessivo, il Vescovo dell’epoca, S.E. Mons. Arrigo Miglio, nominava una prima équipe per la promozione e il radicamento in Diocesi della Caritas. Erano state scelte diverse persone: don Roberto Sciolla, con l’incarico di direttore; inoltre, altri quattro componenti: don Giovanni Diaz, don Raffaele Boi (come apporto della Congregazione religiosa orionina), il diacono Domenico Grillo e una suora cottolenghina, Rosa Curreli.
Da subito l’équipe prese a riunirsi con una sufficiente periodicità, soprattutto con un impegno di vera e propria “iniziazione”: tutti erano spiritualmente disposti all’impegno, ma praticamente nessuno sapeva niente di cosa volesse dire Caritas. Sono stati i Convegni diocesani ad offrire le prime occasioni per avviare alcuni passi di radicamento in Diocesi. Questi si sono poi sviluppati negli anni in diverse direzioni: il contatto con le parrocchie, in particolare attraverso proposte pastorali per i “tempi forti” di Avvento-Natale e Quaresima-Pasqua; gli incontri formativi diocesani e foraniali per operatori parrocchiali; l’organizzazione di un apposito Convegno diocesano sulla Carità; la raccolta di offerte a livello diocesano per emergenze nazionali e internazionali; la creazione, a Bacu Abis, del Centro diocesano di raccolta e distribuzione per le Parrocchie dei viveri AIMA (poi AGEA); le proposte di campi di lavoro e formazione estivi per i giovani; l’avviamento del primo Centro di ascolto di Iglesias (“Marta e Maria”), ubicato in via della Decima; l’apertura, in via Amelia Melis de Villa ad Iglesias, della Casa di prima accoglienza “Santo Stefano” (oggi ubicata in Via Tangheroni); l’avviamento della convenzione per l’impiego di obiettori di coscienza in Servizio civile sostitutivo a quello militare (esperienza poi proseguita con il Servizio civile volontario e col Servizio civile nazionale); l’apertura di un Centro unico di raccolta e distribuzione viveri, gestito dalle Parrocchie di Carbonia; la partecipazione al Progetto Policoro diocesano; la partecipazione alle iniziative di solidarietà internazionale promosse dalla Caritas regionale e sostenute anche dalla Caritas Italiana (ad esempio in Albania e in Kosovo); l’assistenza ai carcerati, soprattutto con il coordinamento delle volontarie dedicate a questo servizio.
Nel corso del primo decennio del 2000, la Caritas diocesana ha continuato a proporre: un percorso formativo all’ascolto per l’avvio di un Centro di ascolto zonale a Carbonia (inaugurato nel 2006); l’avvio di una prima forma di sostegno economico (microcredito) ad Iglesias; la formazione per l’avvio di un Osservatorio delle Povertà e delle Risorse; l’apertura, nell’area della Casa di prima accoglienza, di un Dormitorio per i senza dimora; la sperimentazione dei primi progetti finanziati dagli appositi fondi CEI 8xmille, tramite la Caritas Italiana (come il progetto nomadi di Carbonia); il coinvolgimento e la partecipazione con proprie risorse economiche (derivanti dalle offerte) e propri volontari in occasione di altre emergenze nazionali e internazionali (Indonesia, L’Aquila, Haiti, Emilia-Nord Italia); l’accoglienza di rifugiati dalla Libia (prima Emergenza Nord Africa); la promozione di una educazione alla giustizia, alla pace e alla mondialità (nelle parrocchie e nelle scuole); la nascita del Centro di ascolto zonale “San Francesco e Santa Chiara” a Sant’Antioco (2013).
Dopo vent’anni di servizio, nel giugno del 2013 don Roberto Sciolla ha lasciato il “testimone” come direttore a Raffaele Callia, già vicedirettore dall’anno prima e da diversi anni impegnato nella Caritas sia a livello regionale (come responsabile del Servizio Studi e Ricerche della Delegazione regionale Caritas Sardegna, dal 2005) sia a livello nazionale (come responsabile dell’Ufficio Servizio Civile della Caritas Italiana, fino al dicembre del 2004).
Guardando indietro è obiettivamente possibile constatare un cammino di crescita, sempre in divenire. Sono cresciute le “opere”: i luoghi e servizi; è cresciuto il numero di volontari e in genere di persone coinvolte in ambito caritativo (tanto a livello parrocchiale, quanto in quello diocesano); è cresciuto il numero di incontri: tantissimi quelli con i poveri e con le loro fragilità, sempre in evoluzione; è cresciuta la “cultura” della carità come impegno comunitario; è cresciuta la “competenza professionale” degli operatori di alcuni servizi, a cominciare da quelli legati all’ascolto dei poveri; è cresciuta la capacità di osservazione e lettura della nostra realtà territoriale; è cresciuta la capacità di progettare e coordinare le diverse azioni; è cresciuta la struttura organizzativa della Caritas diocesana. Continua a crescere l’impegno nel voler essere sempre all’altezza di un mandato straordinario: servire i poveri, testimoniando l’amore di Dio.