
L’arrivo del Covid-19 ha messo alla prova molti giovani. Seppur indaffarati nel loro frenetico mondo fatto di studio, relazioni amicali e familiari, anch’essi hanno assistito a uno stravolgimento della propria vita. «Non avrei mai immaginato quello che poi è successo» racconta Aurora Fonnesu, giovane volontaria e referente dell’Area Immigrazione, impegnata da anni presso il Centro di ascolto Il Pozzo di Giacobbe, un servizio per stranieri della Caritas diocesana di Iglesias. «All’inizio della pandemia le informazioni erano estremamente confuse, alcune volte contraddittorie; nelle settimane precedenti il primo confinamento non avevo una percezione chiara».
Aurora ha proseguito per qualche settimana nel proprio impegno, fino a quando le è stato possibile. «Era mia intenzione, durante il lockdown, continuare a prestare servizio presso il Centro d’ascolto; purtroppo però i miei familiari, molto preoccupati per la situazione generale, mi hanno chiesto espressamente di interrompere il servizio per la durata del confinamento». Aurora si è quindi trovata suo malgrado di fronte a un bivio: da un lato avrebbe voluto accogliere i fratelli stranieri, ancora più provati e fragili proprio a causa della pandemia; dall’altro pensava che sarebbe stato giusto assecondare la richiesta della sua famiglia, in apprensione per il rischio di contagio. «Questa situazione mi ha creato un grosso conflitto interiore: una prova personale all’interno della prova complessiva data dalla pandemia. A malincuore ho dovuto sospendere temporaneamente il mio servizio».
Con l’arrivo dell’estate e un relativo miglioramento riguardo ai contagi Aurora ha finalmente ripreso regolarmente il proprio impegno nel Centro di ascolto, superando le paure e aprendosi ai bisogni degli altri. Ricorda con entusiasmo quel giorno: «È stato per me come un parziale ritorno alla normalità. Ho vissuto questo avvenimento con grande sollievo perché potevo tornare a dimostrare la mia vicinanza ai nostri fratelli stranieri». Con l’inizio del nuovo anno pastorale le operatrici del Pozzo di Giacobbe hanno ripreso le attività con maggiore determinazione, provando a garantire costantemente accoglienza e accompagnamento agli stranieri. «Come gruppo – precisa Aurora – abbiamo colto questa sfortunata occasione per migliorare la qualità del servizio che forniamo e curare maggiormente i rapporti con le persone e le istituzioni». Aurora non dimentica il difficile periodo trascorso ma vuole guardare avanti, proseguendo con maggiore determinazione il proprio servizio in favore dei fratelli stranieri.
Emanuela Frau
Tratto da Impegno Caritas, n. 2, marzo 2021. L’intero numero è consultabile al link: https://impegnocaritas.wixsite.com/newsletter-2