Pensata e programmata il 6 dicembre scorso, la visita del cardinale Arrigo Miglio, Amministratore apostolico della diocesi di Iglesias, ad alcune opere e servizi segno promossi dalla Caritas diocesana, si è realizzata giovedì 12 gennaio, con un’appendice significativa domenica 15, alla Casa di prima accoglienza. Per il vescovo è stata senz’altro una straordinaria occasione per ritornare con la memoria alla sua esperienza episcopale iniziata trent’anni prima proprio nella diocesi di Iglesias, quando – insieme al direttore della Caritas diocesana dell’epoca – gettò le basi per l’organizzazione di un organismo che aveva maturato già vent’anni di storia a livello nazionale ma che come nuovo strumento di pastorale della carità, con prevalente funzione pedagogica, stava sorgendo nella diocesi di Iglesias in coincidenza con l’inizio del suo ministero episcopale.
Accompagnato per tutta la giornata dall’attuale direttore della Caritas diocesana e da un suo collaboratore, il vescovo ha iniziato la sua visita dagli Uffici della Caritas e da alcuni servizi presenti in episcopio, incontrando anzitutto gli operatori del Servizio di sostegno economico di Iglesias, i quali hanno espresso al vescovo «la piena positività e gratitudine al Signore per l’esperienza maturata in tanti anni di volontariato, mettendo a disposizione le competenze acquisite in ambito bancario». Con molta attenzione e discrezione, il vescovo ha posto domande specifiche sulle problematiche relative ai contatti con quanti chiedono aiuto e sul funzionamento specifico del servizio, tenuto conto delle difficoltà che da tempo si protraggono nel nostro territorio a causa della grave crisi socio-economica. La visita è proseguita nella stanza di fronte, ove da diversi anni operano in giorni distinti il Centro di ascolto diocesano “Marta e Maria” e il Centro di ascolto per stranieri “Il Pozzo di Giacobbe”. Come rilevato dai referenti e dai volontari dei due servizi, «questa visita è stata accolta con tanta gioia. Il vescovo ha ascoltato tanti di noi, si è soffermato senza fretta dimostrando curiosità, interesse ed incoraggiando con parole efficaci e chiare, sensibilizzandoci con spirito di prossimità. Tutti siamo stati arricchiti, non solo per la gioia dell’incontro ma anche per la ricchezza
degli stimoli – anche operativi – che ha generato. Accogliere quest’incontro è stata un’occasione preziosa per crescere nella comunione con tutta la Chiesa diocesana, promuovendo una nostra testimonianza verso tutti nella fedeltà al Vangelo».
Dall’episcopio ci si è poi spostati nei locali dell’Exmà di Iglesias, ove è presente il servizio caritativo promosso dalla Caritas diocesana e denominato “Emporio della solidarietà”, che dal 2016, grazie ai fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica, opera mettendo in rete le parrocchie di Iglesias, il volontariato vincenziano, il Terz’ordine francescano e Sodalitas. Dopo aver ascoltato e osservato attentamente la modalità attraverso cui si svolge il progetto (il giorno della visita il servizio era operativo), la referente e gli operatori dell’Emporio hanno avuto la possibilità di un breve confronto con il vescovo, raccomandando le sue preghiere «affinché non venga mai meno la forza e la volontà di servire con umiltà e tanto amore chi è meno fortunato di noi».
Da Iglesias ci si è poi spostati a Carbonia, con la visita e l’incontro dei volontari del Servizio di sostegno economico, del Centro di ascolto e del Centro unico di raccolta e distribuzione di prodotti di prima necessità. Giunti ai locali di via Satta, il vescovo ha avuto modo di incontrare il referente e gli operatori del Servizio di sostegno economico di Carbonia, intrattenendosi con loro in modo cordiale e manifestando profonda attenzione e partecipazione per quanto è stato riferito sulle problematiche affrontate, il metodo e i criteri del servizio adottato, volto a fronteggiare le tante fragilità economiche, finanziarie e legali che si presentano ogni giorno. Prima di congedarsi da loro – sottolinea il referente del servizio – il vescovo «ha esortato gli operatori a perseverare nel compito svolto con spirito caritatevole». Nella stanza vicina il vescovo ha poi incontrato la referente e alcuni operatori volontari del Centro di ascolto interparrocchiale di Carbonia “Madonna del buon consiglio”, ai quali «ha rivolto un cordiale saluto e parole di ringraziamento per il servizio prestato. Entrato quasi in punta di piedi – come rivela la referente del Centro di ascolto – il vescovo ha dato vita a un momento molto significativo ed emozionante, mostrando un interesse concreto per le difficili realtà esistenti nel territorio. Ha voluto conoscere le problematiche delle persone che chiedono aiuto, informandosi sulle diverse povertà, sia economiche che spirituali. Inoltre, ha condiviso la consapevolezza delle difficoltà nel trovare le soluzioni per taluni problemi, nonostante la proficua collaborazione con le parrocchie della Forania di Carbonia e con le istituzioni locali».
Dalla sede di via Satta ci si è poi spostati in via Lubiana, dove da diverso tempo opera il Centro unico di raccolta e distribuzione di generi di prima necessità: un servizio promosso dalla Caritas diocesana in collaborazione con le parrocchie di Carbonia e da queste sostenuto oramai dal 2009. Ad accogliere il vescovo il referente del servizio, unitamente ad alcuni volontari e ad alcuni parroci della città. La visita è servita per illustrare l’opera ed esporre le modalità di erogazione a beneficio di circa 320 persone residenti nel Comune di Carbonia e che vivono una condizione di vulnerabilità dovuta per lo più alla mancanza di lavoro. Come riferisce il coordinatore di tale servizio, «le persone vengono segnalate dal Centro di ascolto “Madonna del buon consiglio”, che è sempre in stretto contatto con le parrocchie, le quali vengono prese in carico non solo per un aiuto alimentare ma anche per un sostegno economico, legale, psicologico, ecc.». La visita al Centro unico è stata anche l’occasione per precisare al vescovo che si è in attesa «di un locale più rispondente alla tipologia del servizio offerto alla comunità, per il quale le sette Caritas parrocchiali, ogni mese, fanno grandi sacrifici».
A seguire ci si è spostati in località Tallaroga, nella tenuta affidata alla Fraternità laicale della Casa di Nazareth. In quella sede si è ritrovata tutta l’équipe Caritas diocesana, per condividere fraternamente il pranzo e vivere l’esperienza di un confronto aperto sui servizi e i progetti in corso. In quella stessa sede è stato possibile far conoscere al vescovo il progetto “Una chiave spalanca l’orizzonte”, che vede la Caritas diocesana capofila di un partenariato composito, costituito dal servizio di Neuropsichiatria infantile della ASSL di Iglesias, dalla Pastorale giovanile della diocesi, dalla stessa Fraternità laicale della Casa di Nazareth e dall’Agenzia formativa IAL Sardegna. Il progetto, illustrato al vescovo dal referente, è in atto diversi mesi e vede coinvolti 16 adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni che vivono un periodo di affaticamento psicologico, aggravatosi a causa della pandemia e del lockdown. Il vescovo si è intrattenuto e si è voluto confrontare con i ragazzi del progetto e con i loro mentori. Alcuni ragazzi, vincendo la timidezza, hanno spiegato in maniera dettagliata alcune delle attività svolte all’interno della cosiddetta “officina creativa”: creazione di graffiti, stampe su magliette, utilizzo dell’attrezzatura informatica, laboratorio musicale e creazione di modelli di oggetti attraverso l’uso della stampante 3D. Hanno mostrato anche alcune magliette stampate con i propri nomi e altri disegni. Si è trattato di un momento molto significativo e anche in quest’occasione il vescovo ha dimostrato grande interesse per i giovani presenti e per le attività svolte, ponendo diverse domande. L’incontro si è poi concluso con la messa in opera di un oggetto con la stampante 3D.
Di seguito si è passati al terreno di Monti Santu, ove trova luogo da alcuni anni il progetto “Orti solidali di comunità”, attraverso cui si offrono spazi di socialità e percorsi di professionalizzazione a quanti fanno richiesta di aiuto ai Centri di ascolto di Iglesias, anche grazie a un tutor esperto in agricoltura che ha avuto modo di spiegare punti di forza e potenzialità del progetto al vescovo.
Domenica 15 il vescovo ha avuto poi modo di visitare i locali e il terreno attiguo alla Casa di prima accoglienza e al dormitorio, accolto da un buon numero di volontari ritrovatisi a festeggiare il XXVI anniversario di fondazione di questo servizio di accoglienza. La preghiera, lo scambio fraterno e la condivisione del pranzo hanno permesso di fare memoria di questa preziosa opera di accoglienza a servizio del territorio diocesano, ininterrottamente attiva, per grazia di Dio, da oltre un quarto di secolo. La Caritas diocesana, con tutti i suoi volontari e operatori, unitamente al direttore e a tutta l’équipe, è grata a mons. Miglio per aver voluto favorire questa ricca esperienza di vicinanza.
La Caritas diocesana
nelle persone di Pierpaolo Obino, Anna Franca Manca, Anna Rita Caria, Alberto Loi, Filomena Santeufemia, Giovanni Busia, Simone Cabitza, Emanuela Frau, don Roberto Sciolla e Raffaele Callia