Raffaele Callia è il direttore della Caritas diocesana di Iglesias da diversi anni. A lui chiediamo di offrirci una panoramica sulle esperienze portate avanti in Diocesi grazie alle risorse dell’8xmille impegnate nelle attività caritative
Sono importanti le risorse dell’8xmille per il sostegno delle attività della Caritas in diocesi?
Ogni anno i fondi dell’8xmille assegnati dalla Diocesi rappresentano una fonte di sostentamento particolarmente importante per la Caritas diocesana: circa il 33,0% del budget utilizzato nel 2023 (una quota che sale al 58,4%, se si considerano anche i progetti presentati direttamente alla Caritas Italiana e che, a loro volta, fanno riferimento quasi interamente alle risorse derivanti dall’8xmille). Tali risorse, puntualmente e debitamente rendicontate, vengono utilizzate per sostenere i molti servizi promossi in Diocesi in favore delle persone e delle famiglie in condizioni di fragilità, non solo materiale. Grazie all’8xmille della Chiesa cattolica la Caritas diocesana può offrire un importante supporto alimentare, assistenza socio-educativa, servizi di accoglienza, sostegno psicologico e morale, sostegno economico, formazione professionale, aiuto nella ricerca di lavoro e molte altre azioni che contribuiscono a migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie in difficoltà del territorio diocesano.
Quali interventi sono stati realizzati sul territorio attraverso i fondi ricevuti con l’8xmille?
Tenuto conto dello spazio disponibile in questa sede mi limiterò a fare solo degli esempi. Si potrebbe citare il servizio continuativo reso dalla rete dei Centri di ascolto presenti a Iglesias (anche per stranieri), Carbonia, Sant’Antioco, Santadi e Fluminimaggiore e al loro prezioso supporto nella consulenza, orientamento, accompagnamento e prima presa in carico delle situazioni di difficoltà di tante persone (sono state 760 le persone ascoltate una o più volte nel corso del 2023). Penso ai Servizi di sostegno economico e microcredito di Iglesias, Carbonia, Sant’Antioco e Santadi e al loro prezioso aiuto di fronte a problemi di sovraindebitamento, fragilità nel pagamento di tasse e utenze, o al sostegno nel garantire il rafforzamento o l’avvio di piccole attività imprenditoriali (poco meno di 200 persone hanno ricevuto tale tipo di aiuto nel corso del 2023 e circa un’ottantina nei primi mesi del 2024). Penso alle oltre 500 persone sostenute anche nel corso dello scorso anno dall’Emporio della solidarietà, ove possono soddisfare un bisogno primario in modo dignitoso e intelligente, e alle decine di persone inserite nel progetto “Orti solidali di comunità”, tra giovani e meno giovani in cerca di lavoro o accompagnate in attività di volontariato tramite l’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna del Tribunale di Cagliari, inserite in percorsi di giustizia riparativa. Per non parlare, poi, del centinaio circa di persone accolte ogni anno nelle nostre strutture di accoglienza: la Casa di prima accoglienza e il Dormitorio Santo Stefano (oltre 10.000 i pasti garantiti agli ospiti delle due strutture). Ecco, mi limito solo a questi esempi per segnalare quanto sia importante una semplice firma del contribuente per dare continuità e migliorare queste gemme preziose: quel tratto di penna, molto semplicemente, rende possibile realizzare tutto ciò e anche molto di più, come recita un nostro slogan che ispira un video presente nel nostro portale.
Tenuto conto dello scenario attuale, quali potrebbero essere le priorità per il prossimo futuro?
Non dimentico che la Caritas è un ufficio di pastorale, la cui funzione prevalente è eminentemente pedagogica. Preciso ciò perché anche per la Caritas diocesana, tenuto conto del suo impegno specifico nel sostenere la comunità cristiana nella testimonianza concreta della carità di Dio, le priorità non possono che essere legate alla missione evangelizzatrice della Chiesa locale. Il suo compito è farlo per il tramite delle opere, attraverso la “pedagogia dei fatti”, come si usa dire generalmente. Sono le opere e i processi avviati nel servizio alla persona integralmente considerata che devono essere in grado di raccontare il Vangelo della Carità: una chiara dimensione agapica che è parte costitutiva e irrinunciabile della Chiesa.
In questi ultimi anni quali interventi sono stati realizzati grazie all’8xmille?
Da alcuni anni due progettualità segnano in particolare l’esperienza dell’utilizzo dei fondi dell’8xmille: il progetto “Emporio dello solidarietà” e il progetto “Orti solidali di comunità”, che recentemente sono confluiti in una progettualità unitaria, il progetto ALI, Attraverso il Lavoro Insieme (di cui attendiamo l’approvazione), volendo insistere sulla dimensione del lavoro quale via privilegiata per spezzare le catene dell’assistenzialismo e promuovere integralmente i poveri. Più recentemente abbiamo promosso l’esperienza del progetto “Una chiave spalanca l’orizzonte”, rivolto a ragazzi e giovani con fragilità accresciutesi durante la pandemia e che, nella Tenuta agricola Bertelli, in località Tallaroga, in collaborazione con l’Associazione laicale “Casa di Nazareth”, sono coinvolti in attività laboratoriali in scrittura creativa, teatro, sartoria, graffiti e stampa 3D. La pandemia ha prodotto gravi ricadute sui nuclei familiari e sui minori. Questi ultimi, in particolare, hanno risentito dell’isolamento sociale e della distanza fisica, manifestando condizioni di maggiore fragilità socio-relazionale rispetto agli adulti: le difficoltà imposte dalla didattica a distanza hanno aumentato il rischio di dispersione scolastica, di povertà educativa e di marginalizzazione; allo stesso modo la depressione e l’ansia generalizzata sono divenuti problemi comuni tra gli adolescenti, così come i disturbi di alterazione nel ritmo sonno-veglia, le crisi di ansia e il ritiro sociale. Sui giovani, devo ammettere, che la Caritas diocesana investe molte energie e risorse: proprio in questi giorni abbiamo conferito degli assegni di studio a studenti meritevoli delle Scuole secondarie di secondo grado di tutti gli Istituti del Sulcis Iglesiente, al fine di incoraggiare la prosecuzione degli studi all’Università. Si tratta di un piccolo segno nel solco del nostro impegno per contrastare la povertà educativa, una vera e propria piaga per il nostro territorio.
C’è un’iniziativa intrapresa recentemente che si vuole evidenziare?
Dai primi di maggio ha preso avvio il progetto denominato “Cambia le tue stelle”, rivolto a un massimo di 15 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 22 anni, in carico all’USSM (Ufficio Servizio Sociale Minori)/CGM sottoposti a procedimento penale (affidamento in prova, denunciati e in attesa di giudizio, in misura alternativa), con il compito di spezzare la catena della recidiva e favorire processi di effettiva integrazione sociale. Si tratta di un lavoro che – com’è evidente – se è vero che non è di primissima prevenzione si colloca comunque nella “riabilitazione precoce”, proprio per evitare che quei ragazzi non siano abbandonati a se stessi e a un futuro già segnato dalla devianza e dallo stigma sociale. Anche questo progetto si svolgerà presso la Tenuta agricola Bertelli, in collaborazione con “Casa di Nazareth”, il servizio diocesano di Pastorale giovanile, il Centro di Giustizia minorile del Tribunale di Cagliari, la Polizia di Stato (attraverso la funzione educativa di alcuni referenti incaricati appositamente) e con il coinvolgimento di figure professionali specifiche: pedagogista, psicologo, educatore professionale, assistente sociale, formatore ed esperti nel campo della didattica laboratoriale. Attraverso le pratiche della terapia assistita con i cavalli, l’istituzione delle cosiddette botteghe esperienziali (già sperimentate positivamente con il progetto “Una chiave spalanca l’orizzonte”) e gli itinerari di orientamento al lavoro, si vuole consentire ai destinatari del progetto di percorrere un cammino abilitante e riabilitativo, di cittadinanza e di prevenzione delle recidive, rafforzando i fattori di salute d’ordine psicologico e sociale.
Intervista di Emanuela Frau